A seguito dei recenti e tristi avvenimenti e delle successive dichiarazioni del Sindaco della nostra città, sentiamo il dovere di riportare ancora una volta l’attenzione su questioni fondamentali per noi giovani e per l’intera comunità cittadina.
Viviamo in una città che, negli ultimi anni, è stata segnata da un rapido susseguirsi di fatti di cronaca nera che ne hanno compromesso il buon nome e l'immagine. In questo contesto, tuttavia, la posizione assunta e manifestata dal primo cittadino risulta molto poco soddisfacente, inadeguata e inaccettabile.
Secondo le sue dichiarazioni, il principale fenomeno criminoso a gravare sul nostro territorio è lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti, il cui mercato gode da tempo di una stagione felice, qui e nel resto del nostro Paese. Se è vero che la portata di tale fenomeno non sarebbe notevole se notevole non fosse il numero di consumatori, è pur vero d’altra parte che – e di questo un medico dovrebbe essere consapevole – la cessazione di una qualsiasi forma di dipendenza è processo lungo, faticoso e non sempre positivo e irreversibile. Vi è da interrogarsi, pertanto, su quali possano essere le migliori strategie di prevenzione, oltre che di recupero di tutti coloro che, purtroppo, più o meno consapevolmente, sono caduti nel gorgo infernale della tossicodipendenza.
Colmando un poco le evidenti lacune della sua analisi e ricostruzione, al capillare mercato di sostanze stupefacenti bisogna aggiungere l’altrettanto capillare mercato dei furti d’auto, le estorsioni (o pizzo, che dir si voglia), l’inquietante diffusione delle armi, da taglio e da fuoco, per quanto l’elenco possa proseguire.
Ciò che bisogna dire, infatti – e che tutti sanno del resto – è che tali fenomeni promanano tutti dal sistema criminale e mafioso che ha eletto questo territorio a territorio di conquista (come le recenti inchieste giornalistiche hanno illustrato). La strutturazione di tale sistema porta a cascata tutto quanto detto sopra, specie se manca da parte delle istituzioni preposte la strutturazione di una politica sociale e culturale lungimirante e fattiva.
Prendere consapevolezza e dire queste cose non è, e ribadiamo, non è denigrare la città, minarne l’immagine o il buon nome, mancarle di rispetto o d’amore.
Nei giorni successivi alla sparatoria avvenuta presso il Braccio – storico punto di ritrovo estivo per molte persone e mai valorizzato abbastanza – abbiamo visto aprirsi molte discussioni, dal vivo o in chat tra amici. Noi e molti altri giovani portano la riflessione a una sola domanda: Barletta dove sta andando?
E da Barletta i giovani se ne stanno andando, e non possiamo biasimarli. Piuttosto che cavalcare l’onda populista del «i giovani di oggi» e scaricare su di loro colpe e responsabilità, noi chiediamo al sindaco e all’amministrazione: cosa state facendo per evitare tutto questo? Cosa state facendo per i giovani? Avete idea di cosa fare?
Esistono spazi dedicati? Ci sono aree verdi e parchi pubblici (domanda alquanto retorica)? Ci sono luoghi di ritrovo dove poter semplicemente vivere la propria giovinezza, stare insieme, fare comunità?
Già, in una città che di spazi pubblici abbonda, lo storico Palamarchiselli viene abbattuto, nel silenzio generale, senza la benché minima notizia sul suo futuro, nonostante le nostre sollecitazioni, che da marzo non hanno ancora ricevuto risposta.
È tempo di assumersi le proprie responsabilità, di guardare non alla prossima tornata elettorale, ma ai prossimi dieci anni. Fino ad allora, senza la minima traccia di politiche giovanili, di investimenti in centri di aggregazione culturale e sportiva e, soprattutto, della totale assenza di visione per il futuro, anche solo prossimo, la lista dei fatti di cronaca si accrescerà. Alle volte, pare che la noia uccida più della droga e questa città, purtroppo, sta diventando ogni giorno più noiosa.
BENEDETTO MESSINESE
SERG. GD BARLETTA