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Ritorna in campo il nucleare
Si punta su reattori di quarta generazione, più piccoli e più sicuri.



La Camera dice Si al Nucleare di quarta generazione. Il via libera è avvenuto con l’approvazione di una mozione, primo firmatario Alessandro Cattaneo FI, che “impegna il governo, al fine di accelerare il processo di decarbonizzazione dell’Italia, a valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione dell’energia”.

A favore della mozione hanno votato tutti i parlamentari del CD e quelli di Azione e Italia Viva. Tra gli altri impegni contenuti nella mozione approvata: proseguire nella ricerca scientifica e sostenere le università, intensificare la ricerca sui reattori di quarta generazione, formare nuovo capitale umano altamente qualificato, adottare idonei percorsi di ricerca e sviluppo in materia nucleare, favorire una campagna di informazione per aumentare l’accettazione sociale, prevedere anche forme di compensazioni per i territori. Questa la volontà politica della maggioranza parlamentare, che contrasta con quello che era l’orientamento popolare espresso con il referendum del 1987.

Oggi si parla di centrali nucleari di quarta generazione, realizzate con tecnologie avanzate in grado di rendere l’energia nucleare più sicura, efficiente, meno costosa e pulita. Fra le novità del nucleare di ultima generazione un posto di rilievo è assegnato ai piccoli reattori modulari, Smaill Modular Reactors (Smr). Rispetto agli impianti attuali i Smr, sono più piccoli, meno costosi, meno potenti (circa un quinto dell’elettricità prodotta da un reattore tipo) ma permettono di essere prodotti in serie nelle fabbriche ed assemblati nei luoghi prescelti, riduzione del consumo del suolo, abbattimento dei costi e tempi di lavorazione. Ed è proprio di Smaill Modular Recctors che si è parlato, nei giorni scorsi a Parigi, tra i 13 Paesi dell’Unione Europea facenti parte dell’Alleanza sul nucleare; l’Italia ha partecipato come Paese osservatore. In una nota congiunta i 13 Paesi, hanno fermamente riconosciuto che il nucleare è una tecnologia strategica per raggiungere la neutralità climatica e chiedono un quadro industriale e finanziario  per progetti nucleari, promuovendo la ricerca e l’innovazione per i piccoli reattori modulari avanzati.

Nel 2022 il mix energetico de nostro Paese risulta composto per l’80% da fonti fossili: 42% gas, 36% petrolio, 4% carbone. Le  fonti green ammontano al 18%.  Siamo, dunque, ben lontani dagli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda ONU 2030. Il tempo è poco, utilizziamolo bene sfruttando tutte le fonti di energia green, compreso il nucleare.

Fonto fonte: Il fatto Quotidiano


Cataldo Colamartino



ambiente nucleare







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