Attualita
martedė, 20 maggio 2025
13:55:00
Ferma contrarietà dell'Anpi all'intitolazione di una strada a Barletta a Ramelli e Petrone: “Vergognosa strumentalizzazione politica”
La nota dell'Anpi Bari e Bat
Apprendiamo della proposta del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia di Barletta di intitolare una strada contemporaneamente a Sergio Ramelli e Benedetto Petrone.
La sezione ANPI di Barletta e i comitati provinciali ANPI di BARI e della B.A.T. , nel chiedere a tutte le forze democratiche presenti nel Consiglio Comunale di Barletta - città medaglia d’oro al Valore Militare e al Merito Civile per la sua attività di resistenza al nazifascismo – di proseguire nella ferma opposizione a questa sconcertante proposta esprimono solidarietà e vicinanza a Porzia e alla famiglia Petrone (che sappiamo avere formalizzato la netta contrarietà a questa proposta in una lettera al Sindaco) per questo grave, vergognoso e rozzo tentativo di strumentalizzazione politica dell’omicidio di Benedetto, militante politico comunista ucciso brutalmente da una squadraccia neofascista.
Già in altre città l'intitolazione di strade a Sergio Ramelli ha visto raduni usuali di carattere fascista, con saluti romani ed esponenti di estrema destra raccolti in squadra; manifestazioni vergognose, punite come apologia del fascismo dalla "legge Scelba" e che rischiamo di vedere anche a Barletta.
Si tratta di una strumentalizzazione della memoria di quel delitto – pur ingiustificabile - a fine di propaganda politica, un tentativo di riscrivere la storia degli "anni di piombo" in termini di opposti estremismi.
A Barletta questa strumentalizzazione è aggravata dalla proposta di "compensare" l'intitolazione a Ramelli affiancandola a quella a Benedetto Petrone, vittima dello squadrismo neofascista del Movimento sociale italiano, per le sue idee fondate sui valori della Costituzione e il suo impegno per la democrazia, la dignità del lavoro e l’emancipazione della città vecchia di Bari in cui era nato e viveva.
Ci opponiamo a questo tentativo, che denunciamo come indegno, anche perché contrario al fine della pacificazione, che pur si dice di voler perseguire e che, invece, non può che fondarsi sulla condivisione piena e senza riserve dei valori della Costituzione antifascista nata dalla Resistenza.
Redazione