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lunedì, 28  agosto 2023



10:30:00
Il comparto agricolo pugliese soggetto a continue emergenze
Emergenze sia climatiche che ambientali, sia di mercato che di criminalità



Siamo in continua emergenza. Il comparto agricolo è sempre soggetto ad emergenze: sia climatiche che ambientali, sia di mercato che di criminalità, sia di cinghiali che di lupi. Cinghiali e lupi di pari passo sono in continua ed incontrollata crescita. Immessi nel territorio delle murge pugliesi, per scongiurare l’estinzione della specie, il risultato è stato l’opposto: branchi di cinghiali e lupi famelici sono diventati il terrore del nostro entroterra.

I cinghiali sono diventati peggio di Attila, “da dove passano non cresce più l’erba”. Con le loro scorribande lasciano dietro di loro migliaia di euro di danni alle colture e quindi alle imprese agricole. Ma non finisce qui: quando, in campagna, non trovano cibo a sufficienza si trasferiscono in città, ed è facile incontrare intere famiglie di cinghiali a spasso per le vie cittadine in cerca di spazzatura da razziare. Sono in 250 mila in Puglia, distruggono piantagioni e raccolti, aggrediscono animali, razzolano tra i rifiuti di città, causano incidenti stradali con morti e feriti, sono un rischio per la salute pubblica, sono portatori di peste suina, compromettono l’equilibrio ambientale; tanto basta per la Regione Puglia per approvare il Disciplinare che consente agli agricoltori, in possesso di regolare porto d’armi, l’abbattimento di cinghiali sul proprio terreno. Abbattimento che non è permesso per i lupi, specie rigorosamente protetta ma che sta creando seri problemi a fette di attività della pastorizia e degli allevamenti. Il quadro che Coldiretti Puglia dipinge è da horror: “pecore e capre sbranate, mucche e agnelli sgozzati, asini uccisi, stragi negli allevamenti”.

E come solito chi ci rimette è sempre l’uomo e l’ambiente: l’uomo in un simile scenario si sente impotente ed abbandona l’attività di allevamento e di gestione dei pascoli quindi abbandono del suolo e distruzione dei paesaggi e degli habitat naturali. Cosa fare per porre rimedio a questa emergenza? Il problema è di non facile soluzione perché si tratta di trovare un equilibrio tra l’esigenza della conservazione delle specie e quella della gestione e tutela del territorio. Il Ministero dell’Ambiente ha emanato il Piano Straordinario di Gestione e Contenimento della Fauna Selvatica (Decreto 13 giugni 2023). Per quanto riguarda i cinghiali, il Decreto stabilisce che prioritariamente la riduzione del numero di esemplari va perseguito attraverso l’attività venatoria; qualora il piano di abbattimento non bastasse, si procederà al prelievo prioritario (attraverso reti, gabbie e trappole, telenarcosi, fucili, archi) dei cinghiali per classi di età e sesso, al fine di ridurre il numero delle femmine e dei giovani esemplari in modo tale da limitare le capacità riproduttive. Per quanto riguarda i lupi, il discorso e ben diverso.  

La ricolonizzazione distribuita su tutto il territorio pugliese, testimonia, secondo ricercatori e studiosi della specie, il buon stato di salute dell’ecosistema murgiano. L’ assessore regionale all’ambiente, Anna Grazia Maraschio, si spinge oltre e vede nei lupi una grande opportunità sotto l’aspetto naturalistico, socio- ambientale e conoscitivo. Di parere contrario sono gli allevatori che parlano di vera mattanza porta dai lupi contro pecore, agnelli, vitelli e asini. Anche qui si tratta di conciliare la salvaguardia della specie con le attività antropiche. Le ultime stime sul numero dei lupi in Italia, confermano il forte rialzo: 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 nel resto della penisola. In Puglia non è ancor certo il numero dei lupi e se questi risultano in eccesso nel rapporto con il territorio.

L’attuazione del Piano Straordinario, è demandato alle Regioni le quali entro il 28 dicembre dovranno aggiornare i PRIU (Piani Regionali Interventi Urgenti) ai contenuti del Piano straordinario. I Piani Regionali dovranno in particolare: valutare impatti e rischi potenziali causati dalle specie selvatiche, individuare l’ambito territoriale di intervento, i periodi di intervento, gli eventuali metodi di cattura, individuare le figure competenti per il coordinamento e l’attuazione degli interventi. Eventuali rimozioni di individui lupo saranno autorizzate seguendo l’iter previsto dal DPR 357 de 1997, nel pieno rispetto della direttiva Habitat.


Cataldo Colamartino



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