Politica
mercoledì, 15 ottobre 2025
14:07:00
Sì al voto domiciliare, no ai fuorisede: il paradosso italiano
Il servizio di Amica9tv
In Puglia si potrà votare da casa, ma non da lontano.
La legge tutela il diritto di voto delle persone gravemente malate o dipendenti da apparecchiature elettromedicali, che potranno esercitare il voto presso la propria abitazione in occasione delle prossime elezioni, presentando domanda al Comune di residenza entro lunedì 3 novembre. Per accedere al voto domiciliare, gli elettori devono allegare un certificato medico dell’Asl che attesti la condizione di infermità o dipendenza da apparecchiature vitali, con una validità di almeno 60 giorni. Il beneficio, però, vale solo per chi dimora all’interno della stessa regione, provincia o comune per cui è elettore. Diversa — e ancora senza soluzione — la situazione dei “fuorisede”, quegli elettori che vivono lontano dal proprio comune di residenza e non riescono a organizzarsi per tornare a votare. Sono i cosiddetti “astenuti involontari”, esclusi non per disinteresse ma per distanza. Secondo i dati più recenti, in Puglia gli elettori domiciliati in una provincia diversa da quella di residenza sono 326 mila circa, quasi il 10% degli aventi diritto. L’associazione The Good Lobby, che si batte per il diritto di voto dei fuorisede, stima che il 6,2% dell’elettorato pugliese viva stabilmente a oltre quattro ore di distanza dal proprio seggio. Per loro è nata la proposta di legge di iniziativa popolare “Voglio votare fuorisede”, che chiede di consentire il voto nel comune di domicilio temporaneo o in sezioni speciali nei capoluoghi di provincia. La proposta, disponibile sulla piattaforma del Ministero della Giustizia per le leggi di iniziativa popolare e i referendum, ha raccolto finora poco più di 18 mila firme sulle 50 mila necessarie per arrivare in Parlamento. Una riforma che, nel caso pugliese, potrebbe incidere in modo concreto sul fenomeno dell’astensionismo: alle ultime regionali del 2020 oltre il 43% degli elettori non si recò alle urne, complice anche la pandemia e la difficoltà logistica per chi vive lontano da casa. Oggi, mentre la legge consente di votare dal letto di casa a chi non può muoversi per ragioni di salute, resta impossibile per chi studia o lavora in un’altra regione. Una contraddizione che, anche in Puglia, continua a dividere gli elettori tra chi può esercitare il proprio diritto e chi, pur volendolo, ne resta escluso.
Giuseppe Schiavone