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giovedė, 23  maggio 2019



11:48:00
Sen. Quarto: "C'è bisogno di maggiore 'cultura del terremoto'"
L'intervento del parlamentare barlettano del M5S



Il terremoto di Barletta del 21 maggio ha avuto una magnitudo locale (ML) di 3.9 e una magnitudo momento (Mw) di 3.7. I due numeri sono diversi solo perché ML ci dice quanta energia si è sprigionata nel punto focale (ipocentro); Mw è legata all’energia dell’area della faglia attivata. La profondità dell’ipocentro è molto elevata per la geodinamica dell’area; 34 km, base della crosta terrestre. L’energia non molto grande, la notevole profondità e la presenza di rocce carbonatiche rigide hanno fatto sì che il terremoto abbia avuto una vasta area di risentimento, con intensità macrosismica fino al IV-V grado della scala Mercalli (MCS), non generando danni sensibili, ma solo tanta paura. Al 36 ore dal sisma non sono state registrate repliche e ciò è coerente con la grande profondità del sisma.

Molto probabilmente si è riattivata una ben nota, estesa e pericolosa struttura sismogenetica trascorrente destra Est-Ovest di Barletta, una frizione orizzontale lungo una frattura che taglia la crosta terrestre.
Non è mio scopo spaventare, ma sono convinto che la consapevolezza dei rischi naturali possa essere utile per non trasformare un normale fenomeno naturale in catastrofe. Nel nostro territorio la pericolosità sismica è sì medio alta, ma molto meno delle aree appenniniche e garganiche.
Sempre per utile conoscenza, abbiamo avuto due eventi storici di grande intensità con epicentri locali:
11/5/1560 ore 4.40, epicentro verso Bisceglie, Mw 5.7, VIII MCS; 21/9/1689, epicentro tra Barletta e Andria, Mw 5.2, VII MCS.

Il primo ebbe un’energia mille volte maggiore del sisma del recente sisma e il secondo di 180 volte!
A questi vanno aggiunti il vicino terremoto di Cerignola del 1731, Mw 6.3, risentito a Barletta con un VII-VIII MCS, quello di Otranto del 1743, Mw 6.9 (63.200 volte più forte del nostro ultimo!), a Barletta VII-VIII MCS e poi anche molti importanti risentimenti di terremoti appenninici.

Dopo il “modesto” evento sismico di ieri e la conoscenza di un rischio di gran lunga maggiore, ritengo fondamentale trasformare la paura che la popolazione ha sperimentato, in occasione di seria riflessione sulla necessità di difenderci dai terremoti. La migliore difesa è la prevenzione. Possiamo fortemente mitigare il Rischio Sismico adeguando il costruito con criteri antisismici.

Nel momento del sisma possiamo difenderci con comportamenti idonei (trovare riparo sotto tavoli o banchi, evacuare gli edifici presto, ma senza precipitarsi, etc..), seguire le indicazioni di Protezione Civile dettate dalle autorità locali. Per tali misure occorre un’adeguata educazione al terremoto, esercitazioni frequenti di Protezione Civile, comunicazione in tempo reale del pericolo, etc...

Invito le autorità preposte a vagliare attentamente come si sono svolte tutte le operazioni emergenziali, individuando le eventuali criticità, per far sì che un possibile terremoto più forte non ci colga impreparati. Utilizziamo questo sisma come esercitazione reale!

Tali eventi devono anche essere di sprone per un’azione governativa orientata soprattutto alla prevenzione. Su tale fronte, purtroppo molto trascurato nel passato, il governo e io siamo molto attivi. Abbiamo già approvato e stiamo approvando numerose e variegate misure, dai finanziamenti per la ricostruzione nelle zone colpite dai terremoti dell’ultimo decennio, alla microzonazione sismica, agli studi di vulnerabilità dell’edilizia scolastica, al “sismabonus”, con detrazioni fiscali importanti per adeguare i fabbricati al rischio sismico.

Molto ci sarà da fare per colmare atavici ritardi per la sicurezza nazionale nei confronti dei rischi naturali, che inevitabilmente passa per una conoscenza e rispetto del territorio e dell’ambiente e, finanche, per una “cultura del terremoto”.
Lo faremo!


Francesco Maffione



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