"La pastasciutta antifascista è stata un successo enorme, superiore alle più ottimistiche speranze.
Oltre settanta persone vi hanno partecipato esaurendo tutti i posti disponibili del ristorante e ci scusiamo moltissimo per le tantissime persone, quasi una ventina che invece il posto non lo hanno trovato. Queste ultime però erano felici, felici proprio per il sold out, felici di non aver trovato posto causa della grandissima partecipazione all’evento rievocativo di quella pastasciutta che la famiglia Cervi, per festeggiare l’arresto di Benito Mussolini e la caduta del fascismo, offrì a tutta la comunità di Campegine il 25 luglio 1943 - spiegano Cosimo Matteucci, referente dell'Ambulatorio popolare di Barletta e Roberto Tarantino, presidente ANPI BAT".
"Quella famiglia - prosegue - , una famiglia di contadini, proprio per il suo impegno nella Resistenza verrà poi punita il 28 dicembre di quello stesso anno, quanto i sette fratelli Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, ed Ettore verranno fucilati dopo esser stati arrestati e torturati da italiani fascisti.
I sette fratelli Cervi furono uccisi perche facevano paura. I fascisti avevano paura di loro, paura della Resistenza, paura di tutte quelle persone che avevano negli occhi la fiamma dell’ideale, dell’ideale di democrazia, di uguaglianza, di solidarietà, di cooperazione e di mutua assistenza e che per questo lottavano senza timore nemmeno dell’estremo sacrificio.
Di questo avevano paura i fascisti, che si facevano forti solo quando avevano dietro i soldati tedeschi e che invece scappavano quando da soli si trovavano dinanzi ai partigiani.
Questi sono i valori che con l’evento di Barletta abbiamo voluto riprendere. La pastasciutta antifascista, infatti, è stata lontana dalla retorica della commemorazione e da una memoria fine a se stessa, con l’evento di ieri abbiamo voluto ricollegarci direttamente a quello del 1943 organizzato dalla famiglia Cervi, per rilanciare un messaggio di lotta e di speranza verso un futuro migliore, soprattutto per le fasce più deboli della comunità.
Grazie a Barletta Sportiva e all’Ambulatorio popolare di Canosa OdV, grazie di cuore a tutti e tutte coloro che hanno partecipato e a quelli che non vi hanno potuto, il prossimo anno faremo una festa più grande, questo è stato solo l’inizio e grazie di cuore ai fratelli Cervi, ai loro genitori Alcide e Genoveffa e a tutta la loro famiglia. Tutto andrà bene solo se nessuno resterà indietro e se nulla rimarrà come prima".