Attualita
giovedì, 27 novembre 2025
14:32:00
Dossier Rifiuti 2025: male la Puglia, a pagare il conto è la BAT
Il servizio di Amica9 Tv
In Puglia il costo dei rifiuti continua a gravare pesantemente sulle famiglie, senza che a ciò corrispondano servizi efficienti o risultati ambientali all’altezza. I dati del Dossier Rifiuti 2025 di Cittadinanza Attiva fotografano una situazione che chiama direttamente in causa le responsabilità della Regione, incapace negli anni di pianificare una rete impiantistica adeguata e una strategia strutturale realmente sostenibile. Nel 2023 la Puglia ha prodotto oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una raccolta differenziata ferma al 59%, ben al di sotto della media nazionale del 66,6%. Ancora più allarmante il ricorso alla discarica, che riguarda il 21,8% dei rifiuti, più del doppio rispetto al limite europeo fissato al 10%. Numeri che raccontano ritardi cronici e scelte politiche mai realmente risolutive. Il prezzo più alto lo pagano i cittadini e, in particolare, la provincia di Barletta-Andria-Trani. La BAT si colloca tra le aree più care d’Italia per la TARI: Andria registra una media annua di 491 euro, quinta tra i capoluoghi italiani più costosi; Barletta arriva a 471 euro, la nona mentre Trani supera i 446 euro. Tutti valori nettamente superiori alla media nazionale di 340 euro. Un paradosso evidente si paga molto, ma si differenzia in realtà tanto: ad Andria il tasso percentuale supera il 75%, Barletta sfiora il 70 e Trani pare anch’essa oltre il 75. La causa principale è strutturale e affonda nelle scelte regionali: mancano impianti per il trattamento dell’organico e per il riciclo avanzato, costringendo i Comuni a spedire i rifiuti fuori provincia o fuori regione, con costi di trasporto che si riversano direttamente sulle bollette dei cittadini. La Regione Puglia, pur annunciando piani e strategie, continua a rincorrere l’emergenza invece di governarla. Nella BAT il risultato è sotto gli occhi di tutti: finché la politica regionale non affronterà con decisione il nodo degli impianti, della pianificazione e dei controlli, il rischio è che il conto continui a crescere, senza alcun reale miglioramento per l’ambiente e per i cittadini.
Giuseppe Schiavone