venerdė 26 aprile 2024




Ultimissime:


Attualita
martedė, 23  maggio 2023



08:00:00
Alluvioni, in Italia in tre anni hanno perso la vita 71 persone
Un bilancio drammatico a cui bisogna aggiungere gli incalcolabili danni alle abitazioni



Ottobre 2020 – Maggio 2023, In poco più di 3 anni, nel nostro, Paese, 71 persone hanno perso la vita a causa di alluvioni e frane. Un bilancio drammatico a cui bisogna aggiungere gli incalcolabili danni alle abitazioni, fabbricati, infrastrutture ed economie del territorio. Purtroppo sono eventi che si ripetono ciclicamente e a cui ci stiamo abituando.

Si dice: ”il clima è impazzito, non esistono  più le stagioni”. A lunghi periodi di siccità seguono piogge torrenziali che in pochi minuti riversano sulla terra una quantità di acqua normalmente scaricata in tre mesi. E allora chiediamoci, perché il clima è impazzito e di chi sono le responsabilità. Oggi assistiamo, sempre con maggior frequenza, a fenomeni climatici estremi e devastanti perché la concentrazione del gas serra nell’atmosfera ha raggiunto livelli record. Dall’inizio dell’era industriale le attività antropiche continuano ad immettere nell’aria quantità enormi dei cosiddetti gas serra: anidride carbonica, metano, vapore acqueo, azoto, zolfo. 

I gas serra catturano il calore del sole e gli impediscono di tornare nello spazio, aumentando cosi la temperatura terrestre. Il riscaldamento globale porta allo scioglimento dei ghiacciai, aumento delle maree e degli incendi, eventi meteorologici estremi, siccità, desertificazione, mutazioni di ecosistemi, migrazioni forzate di uomini ed animali, diminuzione della produzione agricola. Per combattere il cambiamento climatico e i suoi drammatici effetti, l’ONU e la UE hanno individuato tutta una serie di buone pratiche e di obiettivi per raggiungere Net Zero entro il 2050. Ritorniamo al fenomeno delle alluvioni. Le piogge torrenziali e tropicali che si riversano sul nostro Paese non trovano un suolo pronto ad accoglierle e indirizzarle per strade giuste in modo da portare benefico e non morte o distruzione.

Detto che il dissesto idrogeologico è una emergenza italiana e che dal 1971  a maggio 2023 frane e alluvioni hanno provocato 1700 morti, poco o nulla si è fatto per mettere in sicurezza il territorio e prevenire fenomeni climatici di alta intensità. Il consumo smodato del suolo (2 metri quadri al secondo), l’alto indice di cementificazione, migliaia di strade agricole asfaltate, mancata manutenzione dei fiumi, canali e corsi di acqua secondari, la mancanza di bacini e piccoli invasi per immagazzinare l’acqua piovana e ridistribuirla nel periodo di siccità, l’abbattimento di boschi, terreni non coltivati che non drenano, abbandono delle campagne; sono tutte concause che facilitano eventi drammatici.

In Puglia 9 comuni su dieci sono a rischio idrogeologico e la Regione investe 45 milioni per la messa in sicurezza del territorio: 150 interventi per lavori a favore di case popolari, scuole, strade, illuminazioni. A seguito degli eventi dell’Emilia, il Ministro alla Protezione civile Musumeci ha annunciato entro il primo semestre 2024 l’approvazione di un nuovo Piano Nazionale sul Dissesto Idrogeologico. Speriamo sia la volta buona.
 


Cataldo Colamartino



maltempo morti







Selezione rilevatori per censimento ISTAT della popolazione

Monitoraggio ambientale Barletta, Caracciolo: “A lavoro per la tutela della salute"