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mercoledė, 10  maggio 2023



07:00:00
La Xylella sempre più fastidiosa
A Lione in Francia una Conferenza Europea per individuare una strategia vincente



“4th European conference on  Xylella fastidiosa 2023”. Organizzata da Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, il 20 agosto si terrà a Lione in Francia, la 4a Conferenza Europea sulla Xylella fastidiosa. Sono passati dieci anni dalla comparsa del batterio killer e i danni che produce in Italia, Francia, Spagna e Portogallo sono catastrofici.

Solo in Puglia, la Xylella ha contagiato e condannato alla morte oltre 21 milioni di piante, rendendo, alcuni tratti del paesaggio del Salento, di Taranto e Brindisi lucubre. Uno studio della Coldiretti sulla epidemia Xylella, riporta numeri estremamente negativi: -40% della produzione regionale di olio extravergine, -75% nella provincia di Lecce, - 15% Taranto, - 25% Brindisi, 21 milioni di ulivi secchi, 5 mila posti di lavori persi, frantoi smontati e venduti a pezzi fra Marocco, Tunisia e Grecia, agricoltura senza reddito da decenni. Lo studio Coldiretti, evidenzia anche il fenomeno del batterio killer che viaggia spedito verso la zona del barese guadagnando 2 km al mese tanto che da Lecce e Gallipoli le zone infette sono arrivate a Polignano, Monopoli e Castellana Grotte.  

La Xylella, capace di infettare oltre 500 specie di piante in tutto il mondo, viene diffusa da un insetto la “sputacchina” che si nutre della linfa delle piante prosciugandole all’interno e uccidendole. Originaria dell’America Centrale, la Xylella è arrivata in Puglia nel 2008, tramite una pianta di caffè infetta proveniente dal Costa Rica. Dopo un periodo di incubazione, nel 2013 esplode con una epidemia che fa strage di piante di ulivo ad iniziare dal Salento per espandersi nelle province di Brindisi e Taranto e continuare la sua inarrestabile salita verso il capoluogo Bari. Il dramma Xylella non è solo pugliese, tutti i Paesi del bacino mediterraneo stanno subendo l’attacco della Xylella killer, golosa anche di piante di agrumi, mandorlo, vite, pesco. I danni prodotti, non riguardano solo la penalizzazione del prodotto ma si allargano anche all’ambito economico, ambientale e turistico con intere fasce di territorio ridotti a distese di morte vegetale.

Per Coldiretti non c’è altro tempo da perdere: occorre intervenire con urgenza per salvaguardare un patrimonio unico del paese con 250 milioni di piante di ulivo che tutelano l’ambiente e la biodiversità, ma anche un sistema economico che vale 3 miliardi di euro grazie al lavoro di 400 mila tra imprese agricole, frantoi,  aziende di trasformazione e commercializzazione.

Foto: Corriere


Cataldo Colamartino



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