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A Barletta una serata dedicata a Padre Raffaele Di Bari, missionario comboniano e martire della fede
Appuntamento giovedì 16 ottobre




La Chiesa di San Michele di Barletta ospiterà giovedì 16 ottobre 2025, alle ore 19.00, un appuntamento di profonda spiritualità e memoria missionaria: l’inaugurazione della mostra fotografica “Dedicato a Padre Raffaele Di Bari, missionario comboniano martire della fede”.  Saranno esposte altresì alcune reliquie di Padre Raffaele.
L’iniziativa, dalla valenza civile,  si inserisce nell’ambito delle celebrazioni diocesane promosse dall’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, dal Centro Missionario Diocesano “Padre Raffaele Di Bari, Loribamoi”, dal Capitolo Cattedrale di Santa Maria Maggiore e dal Comitato Feste Patronali “Barletta Civitas Mariae”.
La mostra intende rendere omaggio alla figura di Padre Raffaele Di Bari, nato a Barletta il 12 gennaio 1929 e ucciso a Pajule, in Uganda, il 1° ottobre 2000. Missionario comboniano, Padre Raffaele ha dedicato tutta la sua vita al servizio del Vangelo e del popolo africano, testimoniando con la sua esistenza l’amore per Dio e per i fratelli fino al dono estremo di sé.
Durante la serata sarà anche presentato il libro “Il sogno di Raffà. Padre Raffaele Di Bari, missionario per sempre nella sua Africa”, scritto da Maria Antonietta Binetti e pubblicato da Editrice Rotas nel 2025. L’incontro vedrà la partecipazione dell’autrice, di mons. Leonardo D’Ascenzo, arcivescovo della diocesi, e di don Rino Caporusso, direttore del Centro Missionario Diocesano “Loribamoi”. Il dialogo sarà moderato dal diacono Riccardo Losappio, direttore dell’Ufficio diocesano per la Cultura e le Comunicazioni Sociali.
L’evento si preannuncia come un momento di comunione ecclesiale e di riflessione sul valore della missione e della testimonianza cristiana, alla riscoperta di una figura che ha lasciato un segno profondo nella Chiesa locale e in quella universale.
 
Profilo di Padre Raffaele Di Bari
Più volte era sfuggito agli agguati dei ribelli antigovernativi che da più di un decennio terrorizzano l'Uganda del Nord, particolarmente tra le popolazioni dei distretti di Gulu e Kigtum. Padre Raffaele Di Bari stesso era stato oggetto di diversi agguati, anzi si potrebbe dire che la sua condanna a morte fosse stata decretata. E perché? Lo ha riferito telefonicamente alla MISNA (Agenzia informativa missionaria) proprio qualche giorno prima di essere ucciso: "In tanti anni d'Africa, la missione più grande che abbia mai ricevuto dal Signore è stata quella di dare voce a questa gente, denunciando le atrocità che i ribelli commettono, quasi quotidianamente, vecchi e bambini".
Padre Raffaele Di Bari è nato a Barletta nel 1929. Da adolescente conobbe i padri comboniani che si recavano nella città pugliese per la predicazione. Fu in incontro decisivo per sempre. Decise infatti di entrare nella Congregazione fondata da Padre Comboni. Il 26 maggio 1956 è stato ordinato sacerdote. E, subito, espresse ai superiori il desiderio di essere inviato in Africa. Ci vollero tre anni prima di essere esaudito. Infatti nel 1959 fu trasferito in Uganda, dove seppe coniugare mirabilmente le esigenze della evangelizzazione con la promozione umana. Curò la formazione professionale di tanti indigeni, fu lui ad introdurre  la cultura del "riso senza paludi" e del granoturco. E seppe prendere posizione anche contro le razzie di bande armate molto crudeli.
Domenica 1 ottobre 2000, mentre andava a celebrare la messa e i battesimi dei bambini ad Acholi Bur, un piccolo centro a 20 chilometri a sud di Kigtum, nonostante gli fosse stato detto che la strada fosse libera, alle 10.30, è caduto in una fatale imboscata. Colpito da una serie di proiettili è morto subito. All’auto sulla quale P. Raffaele viaggiava fu appiccato il fuoco, per cui anche il sacerdote bruciò. Di lui rimasero pochi resti. In un'intervista del 1998, durante il suo ultimo soggiorno in Italia, rilasciata al mensile "In Comunione" della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, alla domanda se avesse un sogno da realizzare, rispose subito con poche e significative  parole: "Avrei due grandi desideri. Vorrei essere salvato dal Signore quando vorrà chiamarmi e la pace in Uganda".
 


Redazione










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