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lunedė, 17  giugno 2019



18:01:00
Palazzo Tresca ed ex Cartiera, sen. Damiani (FI): "Tutela sì, ma vincolo non significhi paralisi dello sviluppo"
L'intervento del senatore di Forza Italia



La decisione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia di avviare la procedura per il riconoscimento del vincolo su Palazzo Tresca e sull'area dell'ex Cartiera a Barletta mi offre l'opportunità per alcune riflessioni generali che spero possano tornare utili all'ampio dibattito pubblico in corso. Che la tutela del nostro patrimonio culturale sia un valore imprescindibile è fuori discussione: la prescrive la Costituzione quando all'art.9, quindi addirittura fra i principi fondamentali, impone "la tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione". Sempre lodevole, quindi, qualunque iniziativa diretta a evidenziare beni e situazioni, pubblici o privati, meritevoli di particolare attenzione. A condizione, però, che si tenga sempre presente un altro principio fondamentale sul quale si incardina il nostro ordinamento, ovvero la necessità di contemperare le esigenze di tutela dell'esistente con lo sviluppo economico e sociale. L'idea di tutela espressa non è, dunque, statica ma dinamica: intesa come valorizzazione, promozione, in chiave di sviluppo e fruizione dei beni culturali e ambientali, dai quali può e deve essere tratta ogni utilità compatibile appunto con esigenze sia pubbliche che private. Il nostro ordinamento non reputa positivo né l'immobilismo finalizzato alla mera conservazione immutabile del bene di interesse culturale né lo sfruttamento scriteriato ed egoistico. Da questa necessaria premessa bisogna, a mio avviso, partire se si vuole offrire un'analisi equilibrata della vicenda cittadina di Palazzo Tresca, che tanta risonanza sta avendo in questi giorni sulla stampa, fra gli addetti ai lavori e fra i cittadini sui social, scevra da semplicistica esultanza indotta dall'ondata emotiva sollevata; a cui si è aggiunta anche l'annosa questione dell'area della ex Cartiera lungo la litoranea di levante, per entrambe le quali si ritiene possano sussistere i requisiti per l'apposizione di vincoli. Nulla da eccepire qualora tali requisiti siano valutati positivamente dal competente organo regionale, a condizione che vincolo non sia sinonimo di paralisi...la nostra città possiede ricchezze ambientali e culturali inestimabili ma esse, per assolvere alla loro piena funzione sociale, necessitano di valorizzazione. Una valorizzazione seria ed efficace deve necessariamente svolgersi su piani integrati in una sussidiarietà verticale istituzionale, fra Stato, regione ed enti locali, e orizzontale, fra pubblico e privato. Su ogni bene converge sempre una pluralità di interessi, pubblici e privati, che vanno presi entrambi in considerazione e contemperati attraverso la soluzione più idonea al fine comune, che è appunto dare valore aggiunto all'esistente. Alimentare, invece, contrapposizioni fra interessi pubblici e privati non è corretto e non è utile a nessuno, tantomeno alla collettività che attende e merita occasioni di sviluppo. Recuperare la visione di integrazione fra privato e pubblico espressa dalla carta costituzionale credo possa rappresentare, pertanto, l'ottica vincente per affrontare e risolvere le due questioni di notevole interesse per la nostra comunità. 


Francesco Maffione



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