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venerdė, 1  maggio 2020



08:54:00
Primo maggio, senatore Quarto: «I lavori come strumenti di un'orchestra»
«È doveroso rivolgere il nostro pensiero ai lavoratori caduti in seguito alla pandemia in atto per la mancata sicurezza sul lavoro»



«Quest'anno è difficile festeggiare, sia perché sono vietati gli assembramenti e sia perché molte attività sono forzatamente ferme da circa due mesi, generando un indicibile disagio socioeconomico ed esistenziale per molti italiani - scrive in una nota Ruggiero Quarto, portavoce al Senato del M5S».

«Occorre però ricordare tale Festa, considerando che i sacrifici sono richiesti per il bene superiore della nostra salute e che quanto prima dovremo ripartire, senza rinunciare alla dignità di tutti i lavoratori e alla loro sicurezza. È doveroso rivolgere il nostro pensiero ai lavoratori caduti in seguito alla pandemia in atto, proprio per la mancata sicurezza sul lavoro. Immolati per offrirci, anche sacrificando la propria vita, quei servizi indispensabili che ci mitigano gli enormi disagi della malattia e della quarantena. Un particolare ringraziamento va a chi svolge attività a rischio contagio. Pensiamo ai lavoratori dei servizi sanitari, dei trasporti, degli esercizi commerciali, della complessa e variegata filiera agro-alimentare, della pulizia, della raccolta-gestione dei rifiuti, dei servizi di sportello al pubblico, ecc.. Un sentito ringraziamento va anche ai lavoratori del sistema dell'istruzione di ogni ordine e grado, che di punto in bianco han dovuto affrontare la necessità di una didattica a distanza, ottenendo risultati strabilianti, nonostante il deficit strutturale, a dimostrazione del grande valore e dedizione della classe docente italiana e della tenuta del sistema scolastico pubblico.

Il disagio pandemico, ci fa capire quanto sia importante il Lavoro, in tutte le sue complesse sfaccettature, da quello manuale più "umile" a quello intellettuale o tecnologicamente più avanzato. Tutti i lavori contribuiscono senza gerarchie, come i diversi strumenti di un'orchestra, alla sinfonia della Vita comunitaria. Purtroppo nel corso della storia si sono stratificate ingiustizie nei diritti, libertà e dignità dei lavoratori che hanno generato disoccupazione, emigrazione forzata, sfruttamento, oppressione, mansioni frustranti, precariato, salario indegno, insicurezza. La lezione che ci sta tragicamente impartendo il Covid-19 è la necessità di un profondo cambiamento di paradigma nelle dinamiche politiche e socio-economiche.

L'uomo, da marginale ingranaggio dell'attuale modello produttivo e soggetto passivo del presente modello di consumo, deve assurgere al ruolo di perno vitale, attorno al quale far ruotare tutti gli interessi. Un solido perno in cui sono amalgamati Giustizia, Libertà, Dignità, Solidarietà, Condivisione. Sono convinto che dopo la notte pandemica ci sarà una nuova alba. Sapremo rinascere più fortificati nei basilari valori umani, creando nuove opportunità e personalmente mi prodigherò per ciò».


Redazione



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