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sabato, 15  luglio 2023



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Un anno fa si spegneva Franco Dambra, sindacalista e politico barlettano
Doronzo: "Non importava se fuori nevicasse o ci fossero 40 gradi, Franco Dambra era lì a confrontarsi con chiunque"



"Un anno fa si spegneva Franco Dambra, sindacalista e politico barlettano - a ricordarlo Carmine Doronzo
Capogruppo Coalizione Civica Barletta. Quando viene a mancare una persona nota, che ha rivestito incarichi pubblici, si ha sempre un effetto mediatico immediato e una grande partecipazione al dolore che coinvolge politici, istituzioni e molti cittadini. Spesso però, conclusi i ceriminoniali comincia ad affievolirsi la fiamma del ricordo del defunto che va ad aggiungersi ai “tanti altri” che ci hanno lasciato. Questo oblio non riguarda e non potrà mai riguardare una persona che continua ad essere presente nella memoria e nell’impegno della nostra comunità cittadina.

Franco Dambra, infatti, ha lasciato dietro di sé un grande vuoto fisico e al tempo stesso un enorme “pieno” di valori ed esempio. Oggi, in qualità di rappresentante delle istituzioni cittadine, ma anche a nome della comunità politica di Coalizione Civica di cui Franco Dambra è stato un convinto attivista e sostenitore, sento il dovere di ricordare l’importanza di questo bagaglio ereditato dall’intera città di Barletta di cui tutti, persino quei soggetti nei cui confronti egli non lesinava giudizi negativi, possono beneficiare.

Parlo di un’eredità enorme non tanto per mole di parole prodotte quanto piuttosto per lungimiranza del messaggio ed efficacia dell’azione derivante. Sono, a dire il vero, ingiustamente troppo pochi i suoi contributi scritti, a testimonianza della grande umiltà e spirito di servizio che lo contraddistinguevano e che mai lo portavano ad innamorarsi della sua enorme produzione intellettuale, che preferiva sempre donare in un appassionato intervento dentro un’assemblea, nei consigli dati tra i corridoi della scuola Fieramosca, in una telefonata (finanche negli ultimi giorni quando la sua voce era flebile e affaticata) o in una interminabile chiacchierata sul bordo di un marciapiede.

Non importava se fuori nevicasse o ci fossero 40 gradi, Franco Dambra era lì a confrontarsi con chiunque e, soprattutto, con chiunque ne avesse bisogno, con il suo quotidiano sotto il braccio (prima l’Unità, poi il Manifesto) e con la sicurezza di chi non usava mai parole di circostanza ma autenticità, spesso dura, anche impietosa, tante altre volte dolce, dolcissima, pienamente umana. Non mancava mai di chiedere come stessero i tuoi cari, e non si accontentava di un “bene”, voleva sapere come andasse il lavoro, la vita privata, i progetti, e non per eccesso di curiosità ma perché gli stava davvero a cuore la vita degli altri, ne era profondamente interessato.

È proprio per gli altri che Franco Dambra ha vissuto la propria vita, le tante persone che quotidianamente si recavano in pellegrinaggio alla Camera del Lavoro della CGIL, il suo tempio laico in cui quella sedia vuota, oggi, rappresenta quanto ancora ci sia da fare per garantire diritti e dignità per le lavoratrici ed i lavoratori. Una sedia che occupava con apparente riservatezza quando ti ascoltava e che si trasformava in una sorta di oracolo quando illustrava ai cittadini e a tanti giovani e giovanissimi, le leggi della scuola, le storture della società capitalistica ed i rapporti di forza esistenti – e da ristabilire a favore dei più deboli - nella nostra città.

Soprattutto per i giovani è stato un grande esempio in quanto oltre a possedere un enorme sapere, frutto di studio e approfondimento costante, possedeva un’altra dote, quella della presenza. Mai assente, tranne che per le fatue celebrazioni o gli eventi mondani.
Quando c’era da organizzare un’iniziativa politica lui era presente con il suo contributo di idee, quando c’era da approfondire un provvedimento metteva a disposizione la sua lunga esperienza politica ed amministrativa, quando c’era da montare un gazebo lui non faceva mancare il suo aiuto, quando c’era da fare un volantinaggio lo trovavi subito in azione, quando c’era da contribuire economicamente per una causa sociale era il primo a farsi avanti, quando c’era una birra tra compagne e compagni lui era sempre di ottima compagnia e sembrava rinascere e dimenticare quella malinconia che pure penetrava la sua anima.

Franco Dambra era un uomo nato, cresciuto e formato nel secolo scorso dentro l’ideologia comunista e le grandi narrazioni sociali del novecento, e non accettava che un enorme patrimonio politico e sindacale che un tempo era della sinistra, fosse stato sacrificato sull’altare del libero mercato, così come, pur ravvisando l’utilità dei modelli partitici, detestava chi aveva utilizzato la politica partitica per ottenere proprie “rendite di posizione”. I giudizi sprezzanti e severi nei confronti dei mestieranti della politica, che spesso esprimeva senza mai generalizzare ed avendo piena contezza dei contesti e delle situazioni che giudicava, erano credibili ed autorevoli in quanto il suo operato si era contraddistinto per integrità morale, non essendosi mai giovato sotto il profilo personale dei ruoli ricoperti durante la sua carriera politica.

È stato un grande sostenitore dell’Unione degli Studenti e dell’Arci, due realtà giovanili, la prima di natura sindacale, la seconda di natura culturale e sociale, in cui ha riposto grandissime speranze per la crescita di una nuova classe politica cittadina. Molti professionisti, dirigenti politici e amministratori, molti bravi cittadini si sono formati alla sua scuola politica e continueranno nel corso della propria vita ad attuarne l’impegno e l’esempio. Un anno dopo, e ancora molto a lungo, collettivamente.

A Franco Dambra vada il ricordo sincero e commosso di chi lo ha conosciuto ed apprezzato in vita ma anche il ringraziamento delle tante persone che troveranno conforto nelle azioni di chi si ispirerà al suo esempio."


Redazione



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