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martedė, 28  giugno 2022



09:54:00
Fede e politica, un amore impossibile?
Michele Napoletano Referente diocesano per la città di Barletta dell'ufficio di Pastorale Giovanile



Un Cristiano che voglia intraprendere un percorso politico è spesso visto come qualcuno che vuole approfittarsi della gente o da tenere alla larga perché potrebbe avere altri fini e come priorità quella di salvaguardare esclusivamente i suoi interessi, quindi spesso si pensa che la politica possa cambiare il modo di essere o di pensare di una persona.  

Per questo motivo molte persone, anche del mondo politico, in virtù di una visione laicista della vita, non vedono di buon occhio che un Cristiano possa interessarsi anche di politica.

Il fatto di essere Cristiani deve, invece, rappresentare un valore aggiunto alla politica, in modo che essa, tramite i valori del Cristianesimo, possa essere resa più concreta, più universale e più bella.
Don Luigi Sturzo, in un articolo del 1942 scriveva: "La politica non è una cosa sporca. Pio XI, la definì "un atto di carità del prossimo". Infatti lavorare al bene di un Paese, o di una provincia, o di una città […] è fare del bene al prossimo riunito in uno Stato, o città, o provincia. Tutto sta nel modo di lavorare, nello scopo e nei mezzi. In ogni nostra attività noi incontriamo il prossimo: chi mai può vivere isolato? E i nostri rapporti con il prossimo sono di giustizia e di carità. La politica è carità".

Ognuno di noi deve sentirsi responsabile e custode di qualcosa che è al di sopra degli interessi personali o di pochi individui. Il bene universale, l’ambiente, la cultura, la legalità sono tematiche che interessano tutti i cittadini e appartenendo a tutti, devono rappresentare il motivo che ci incoraggia a valorizzarli per il bene della collettività.

Anche la mia esperienza nasce soprattutto per essere a servizio della comunità e per cercare di portare nella politica qualcosa di bello che ho imparato con la fede, con la comunità e con la preghiera.
Il mio impegno politico nella città di Barletta, con la candidatura al consiglio comunale, mi ha permesso di capire in modo molto approfondito quali sono le reali esigenze delle persone, le stesse persone che vivono nei quartieri e che frequentano le parrocchie. Ho capito che la parrocchia non è un mondo estraneo dalla realtà, anzi, subisce in maniera più amplificata tutte le problematiche che interessano il quartiere della stessa parrocchia, problematiche che devono essere affrontate anche politicamente.

Allora come possiamo noi Cristiani disinteressarci di tutto questo? Perché la Politica viene sempre vista come qualcosa di negativo, di corrotto, di malvagio da alcune persone del mondo Cristiano?
Non posso negare che quando un Cristiano non segue i valori della Chiesa è un problema, ma lo è per la Chiesa, per la famiglia e per la società, non solo per la politica.  

Noi Cristiani possiamo fare riferimento a tante figure che nel passato sono state impegnate politicamente o si sono battute, anche sacrificando la propria vita, in difesa dei valori Cristiani nella politica, infatti la Chiesa venera tra i suoi Santi numerosi uomini e donne che hanno servito Dio mediante il loro generoso impegno nelle attività politiche e di governo. Tra di essi, S. Tommaso Moro, proclamato Patrono dei Governanti e dei Politici, seppe testimoniare fino al martirio la «dignità inalienabile della coscienza». Pur sottoposto a varie forme di pressione psicologica, rifiutò ogni compromesso, e senza abbandonare «la costante fedeltà all'autorità e alle istituzioni legittime» che lo distinse, affermò con la sua vita e con la sua morte che «l'uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale».

Il papa, in un suo discorso del 16 Maggio 2022, ai membri della fraternità politica Chemin Neuf dice: “siamo chiamati a vivere l’incontro politico come un incontro fraterno, soprattutto con coloro che sono meno d’accordo con noi; e ciò significa vedere in colui con cui dialoghiamo un vero fratello, un figlio amato di Dio. Tutto comincia dunque con “un cambiamento di sguardo sull’altro”, con “un accogliere e rispettare senza condizioni la sua persona”.

Ci si rende facilmente conto che, intraprendere un cammino politico seguendo i valori Cristiani è molto difficile perché quando si parla dell'altro, del prossimo, iniziano a titubare tutti coloro che mettono sé stessi al centro di tutto. Negli ultimi anni abbiamo assistito a comizi di gente che parlava con il rosario tra le mani o urlava "Sono cristiano!" credendo che questo bastasse per mostrare la fede o il rispetto dei valori Cristiani. Questo non fa altro che trasformare la fede in uno status o una moda o peggio in spot o slogan elettorale.

In una nota dottrinale del 24 novembre 2002 è riportato che “La vita in un sistema politico democratico non potrebbe svolgersi proficuamente senza l'attivo, responsabile e generoso coinvolgimento da parte di tutti, «sia pure con diversità e complementarità di forme, livelli, compiti e responsabilità […] La Chiesa è consapevole che la via della democrazia se, da una parte, esprime al meglio la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche, dall'altra si rende possibile solo nella misura in cui trova alla sua base una retta concezione della persona. Su questo principio l'impegno dei cattolici non può cedere a compromesso alcuno, perché altrimenti verrebbero meno la testimonianza della fede cristiana nel mondo e l’unità e coerenza interiori dei fedeli stessi. La struttura democratica su cui uno Stato moderno intende costruirsi sarebbe alquanto fragile se non ponesse come suo fondamento la centralità della persona. È il rispetto della persona, peraltro, a rendere possibile la partecipazione democratica. Come insegna il Concilio Vaticano II, la tutela «dei diritti della persona umana è condizione perché i cittadini, individualmente o in gruppo, possano partecipare attivamente alla vita e al governo della cosa pubblica»”.

Essere Cristiani vuol dire avere a cuore il bene generale, il bene di tutti gli esseri umani e viventi, non solo il bene del singolo o di un gruppo isolato ma, soprattutto, dimostrarlo attraverso le azioni, il modo di essere e di agire, evitando di mettersi in mostra o urlarlo sui palchi o nelle strade.

Papa Francesco, inoltre, nel suo discorso dice che "la politica è anche azione. Quindi non un mero spazio di dibattito e scambio, ma “impegno concreto”. “Come cristiani, abbiamo bisogno di confrontare sempre le nostre idee con lo spessore del reale, se non vogliamo costruire sulla sabbia che prima o poi finisce per cedere. Non dimentichiamo che la realtà è più importante dell’idea”.

Quindi diventa importante non fossilizzarsi sulle proprie idee ma andare incontro alle esigenze dell'altro, ascoltando con il cuore e non con le orecchie. Politica, per me che sono Cristiano, vuol dire prossimo, vuol dire ascolto, vuol dire amore. La politica è essere più importanti dell'idea, è andare oltre i partiti, bisogna "cercare la realtà e non perdersi nel conflitto". Inoltre non bisogna mai smettere di stupirsi, di meravigliarsi, perché solo così potremo trovare Dio in tutto quello che facciamo, solo così potremo provare ad immedesimarci nelle persone che incontriamo e a guardare la realtà non più con i nostri occhi ma con quelli di chi cerca il nostro aiuto.
 
Michele Napoletano
Referente diocesano per la città di Barletta
dell’ufficio di Pastorale Giovanile
 


Redazione



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