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lunedė, 30  agosto 2021



10:20:00
Viale Regina Elena a Barletta: "Politica assente e tappabuchi a gogò"
Il comunicato di Archeoclub d'Italia Associazione di Promozione Sociale Canne della Battaglia Barletta



Quando più di ottant’anni fa, veniva realizzato – vedi rara foto d’archivio in bianconero di quel tempo - come opera pubblica di regime, il Viale Regina Elena (in onore alla sovrana d’Italia, moglie di Vittorio Emanuele III) fu un’arteria rivoluzionaria che il suo progettista, podestà ing. Michele Boccassini, aveva immaginato e di fatto realizzato, grazie all’impresa Ceci & Nigro, per collegare gli ortalizi della litoranea di Levante al centro cittadino allo scenario balneare prossimo venturo. E dunque disegnare il futuro turistico di Barletta sul nuovo fronte mare che veniva dotato di tutto quanto il necessario (strada a larga carreggiata, alberi di pino mediterraneo, acqua e fogna) per essere messo al servizio di quella “vita balneare” cullata sull’Adriatico da ben cinque stabilimenti in legno e la Casina Lido in muratura.

Il cippo miliare che tutti possono vedere al suo inizio, in piazza oggi chiamata XIII Febbraio 1503 col monumento alla Disfida ma allora Piazza Tramvia, denota lo stile prettamente fascista ispirato alla romanità che usava collocarlo in principio ed in finale delle proprie strade.
 
A ripercorrere oggi Viale Regina Elena tentando di paragonare le immagini di ogni giorno con le nostalgie di quel passato ci assale unospontaneo moto di rivolta contro i tantissimi guasti che la miopia urbanistica d’epoca repubblicana e le variegate amministrazioni comunale hanno arrecato. Ecco perché ai recenti comunicati stampa diffusi dal “Comitato alberi” e da Forza Italia Giovani intendiamo, come Archeoclub d’Italia Associazione di Promozione Sociale Canne della Battaglia Barletta membro attivo della competente Consulta, accomunare anche questo nostro intervento. Senza soluzione di continuità fra quanto denunciato in tema di verde assai poco rispettato, offeso, vilipeso e il dissesto di marciapiedi e cordoli stradali, brutto rovescio della stessa medaglia proprio su Viale Regina Elena dove la mancata cura dei maestosi pini cresciuti dagli Anni Trenta ha via via condannato un esemplare dopo l’altro all’abbattimento perché… non c’era altro da fare.
 
Ben centocinque (105 leggasi!) sono le aree dove insistevano alberi di pino od altre essenze e che in questi giorni gli operai di Barsa su incarico e ordine del Comune hanno ultimato di “tombare” con toppe di cemento. A cui aggiungere anche le fosse di piantumazione di quegli altri alberi ormai talmente fin troppo cresciuti da essere… strangolati. A dimostrare che mai più nessun altro albero verrà qui ripiantato, e dunque avvalorando il pericolo di una sempre più massiccia decurtazione del verde pubblico a vantaggio di una miserevole sistemazione stradale fatta, evidentemente, ad unico vantaggio dell’immagine di facciata.

Fin qui la denuncia. Ma ecco la proposta: dare mandato agli uffici urbanistici e dei lavori pubblici municipali (oggi con più tecnici e personale qualificato) di studiare, redigere e candidare a finanziamento un progetto organicamente strutturato che inglobi le varie necessità di Viale Regina Elena in uno studio articolato fra i diversi settori (acqua e fogna, marciapiedi, cordoli, ripristino delle essenze, illuminazione e quant’altro) con una particolare attenzione alle istanze di chi vi abita e soprattutto di chi vi lavora: ovvero tutte quella gente composta da cittadini, elettori e specialmente contribuenti che viene esclusa dall’attenzione dei cosiddetti amministratori comunali e si ritrova puntualmente davanti al fatto compiuto.
 


Redazione



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