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giovedė, 30  agosto 2018



13:42:00
IPSIA "Archimede", studenti in Scozia
Un mese di permanenza ad Edimburgo per un progetto scuola-lavoro



In tutto sedici studenti dell’Ipsia Archimede, dieci della sede di Barletta e sei di quella di Andria, che nell’anno scolastico 2017-2018 hanno frequentato la quarta e la quinta classe. Sono partiti alla fine di luglio con destinazione Edimburgo, Scozia, nell’ambito del  progetto pon “Competenze a confronto. Percorsi di alternanza scuola-lavoro all’estero", della durata di quattro settimane, quasi tutto agosto, con attività  aggiuntive rispetto a quelle curricolari in modalità "learning by doing" (imparare facendo) in contesti lavorativi attinenti all’indirizzo “manutenzione e assistenza tecnica opzione apparati, impianti e servizi tecnici industriali e civili”. Due i professori accompagnatori,  Felice Valenziano e Giacomo Tomaselli, entrambi docenti di indirizzo.

L’azienda ospitante per lo stage è stata la “Easter Grangemuir Farm” Pittenweem, Fife, specializzata nella gestione degli impianti di teleriscaldamento delle serre automatizzate; cicli di lavorazione e package automatici; impianti di produzione di acqua calda da biomassa; manutenzione di macchine e attrezzature.

Le visite aziendali sono state svolte presso le officine ad Edimburgo per la diagnosi computerizzata degli autoveicoli; una Beer Factory (birrificio) per i cicli di lavorazione automatizzati; a Bunbar, nell’East Lothia, nella centrale elettronucleare di Torness; presso l’Accademia di lingua inglese EAL-Edimburgo per la pratica nell’inglese tecnico.

Tutti per il vitto e per l’alloggio sono stati ospiti presso famiglie, suddivisi in gruppi di tre o quattro.

“Durante le attività di stage presso la Farm – spiega Giuseppe Maggiulli, pendolare di Corato, della 4B – dallo staff ci sono state date raccomandazioni sulla sicurezza e sulle norme di igiene per evitare che i prodotti potessero essere contaminati. Inoltre ho potuto constatare l’importanza della conoscenza della lingua inglese per spostarsi e lavorare. Durante il corso di inglese siamo stati seguiti da un ottimo staff, costituito da Paola Intina e Alessandra Zezza, due italiane; il personale docente ha saputo guadagnarsi la nostra attenzioni anche durante argomenti complessi”.

Per Claudio Diviesti, di Barletta, 4A “è stato bello confrontarsi con una diversa cultura, vederne i pregi e i difetti, affrontare lo studio dell’inglese”. Di Chiaro Michele, di Andria, 5D, ritiene che “quella di Edimburgo sia stata una bella esperienza, da rifare, soprattutto per l’accoglienza ricevuta dal popolo scozzese”. Per Angelo Cafagna, di Barletta, 5B, cento alla maturità, “è stato molto accattivante poter osservare e interagire in prima persona con dei sistemi industriali veramente all’avanguardia”.

 

Mentre per Antonio Prodon, di Andria, della 4C, “la cosa che mi ha colpito di più di questa esperienza di alternanza scuola-lavoro è stata la possibilità di vistare musei, aziende con sistemi automatizzati riguardanti il nostro settore”; e Vincenzo De Benedictis, stessa classe,  con senso di riconoscenza, si sente di “ringraziare la scuola per questa opportunità che mi è stata data”. Savino Dimiccoli, di Barletta, della 5B, stigmatizza che “la cosa che mi ha colpito di più in questo viaggio è stato il modo in cui, in poco tempo, ci siamo conosciuti e uniti, formando un gruppo solido, aiutandoci sempre nei momenti di difficoltà”. Gli altri studenti si sono espressi con gli stessi toni: “esperienza magnifica” (Vincenzo Torre, Barletta, 5A), “viaggio interessante e pertinente al percorsi di studio” (Francesco Pio Lanotte, Barletta, 4A), “proposta veramente formativa” (Claudio Lamarca, Barletta, 5B; Michele Porro, Andria, 4C), “mi sono piaciute le escursioni, soprattutto sull’Arthur’s Seat” (Daniele Scuro, Barletta, 4B). Il tutto – dettaglio che non è sfuggito al cronista - espresso con una carica  di soddisfazione, entusiasmo e approvazione, ma anche di sincerità nel discorrere, aleggianti sui volti.

Articolata, invece, la riflessione del professor Felice Valenziano, responsabile del soggiorno in Scozia, assieme al professor Giacomo Tomaselli:

“I luoghi visitati suscitano forti impressioni per l’osservanza scrupolosa delle regole in generale: precisione degli orari per lo svolgimento di qualsiasi attività; organizzazione del lavoro; prevenzione in materia di sicurezza in qualsiasi ambiente; rispetto per gli ambienti e le persone. Un altro aspetto significativo è quello che si riferisce all’utilizzo delle tecnologie e la propensione alla modernità negli aspetti di vita quotidiana e del mondo della produzione: casse automatiche nei supermercati, gestione automatica degli accessi negli alberghi e residenze, applicazioni software per l’uso del trasporto pubblico, oltre ai cicli di lavorazione e macchine automatizzate per i cicli di produzione.

Si segnala che in tutti gli ambienti visitati abbiamo potuto notare macchinari ed attrezzature di produzione italiana e nel confronto delle competenze possiamo affermare che la nostra nazione e gli studenti possono ritenersi all’avanguardia”.

Il docente, poi, rileva il singolare approccio per l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro: “in Scozia, come in molti paesi del Nord Europa, gli studenti dopo aver concluso gli studi obbligatori fino ai sedici anni, possono frequentare le scuole medie superiori; pertanto, notevole importanza riveste innanzitutto la formazione della persona per poi passare alle competenze professionali. Secondo la loro civiltà una persona che non ha basi solide civiche non può eseguire qualsivoglia mansione di responsabilità. I nostri ragazzi questi aspetti li hanno notati e memorizzati, per cui l’esperienza scozzese è stata una vera e propria lezione di vita”.



Francesco Zagaria



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