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mercoledì, 25  gennaio 2023



17:08:00
No alla norma “sblocca trivelle”
La Puglia ha scelto la via della sostenibilità e delle energie pulite



Con l’approvazione in legge del decreto “aiuti quater”, diventa operativa la norma “sblocca trivelle” ovvero la ripresa delle estrazioni di metano in mare e il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e 12 miglia.  Di fatto vengono aggirate le norme restrittive del “Testo unico ambiente”, del “Pitesai” e del “Pnrr”. Si ritorna così ad un sistema energetico obsoleto, dannoso sul piano ambientale e scarso dal punto di vista degli approvvigionamenti. In Italia, la mappa dei giacimenti più copiosi, dove si potrà trivellare, si sviluppa lungo la fascia del mar Adriatico, in Basilicata e in Sicilia. Ad essere fortemente penalizzata è la Puglia che lungo tutta la fascia costiera dell’Adriatico e dello Jonio, a 9 miglia dalla costa, vedrebbe un invidiabile panorama di piattaforme che trasformerebbero i fondali in colabrodo.

La Puglia, ha scelto la sostenibilità e le energie pulite e sta costruendo tutto il suo futuro, sul turismo, sull’ambiente, sul mare, sulla bellezza della costa. Tutto questo nuovo corso, non può essere stravolto per produrre benefici destinati solo ai colossi dell’energia. I danni delle trivelle sono enormi: danni economici per il turismo e per la pesca, danni alla fauna marina, ai fondali, all’ equilibrio ecologico degli ecosistemi marini, al paesaggio; senza contare il grave rischio per le aree protette delle isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo. Occorre fermare questo prevedibile scempio prima che sia troppo tardi. Aumentare la corsa alla ricerca del gas nostrano, per attenuare il caro bolletta, non è la soluzione ideale e al passo con i tempi. Salvaguardare l’ambiente, incrementare ed incentivare le fonti rinnovabili a partire dal solare, eolico, biomasse, idrogeno verde è l’unica via da intraprendere per aiutare  famiglie e  imprese, senza ulteriori danni futuri.


Cataldo Colamartino



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