Politica
lunedė, 20 ottobre 2025
11:47:00
Emergenza idrica, Flavio Civita: «Attraverso le risorse europee possiamo creare acqua»
Secondo il candidato al Consiglio regionale della Puglia con Fratelli d'Italia, bisogna dare vita a dissalatori che rendano potabile la risorsa idrica e quindi utilizzabile anche nei campi e per le industrie
«L'emergenza idrica va risolta con opere infrastrutturali che incrementino l'arrivo di acqua da altre regioni, perché, dobbiamo ricordarlo, la Puglia si approvvigiona da Basilicata e Campania. Per cercare, poi, di essere indipendenti e visto che il nostro territorio si affaccia sul mare, bisogna utilizzare i fondi del Blue Deal, il piano europeo che finanzia, appunto, infrastrutture utili per la gestione di risorsa idrica»: così secondo Flavio Civita, candidato al Consiglio regionale della Puglia con Fratelli d’Italia, si può porre fine alle conseguenze della siccità vissute dal Nord Barese soprattutto nel periodo estivo, come è accaduto lo scorso agosto ai danni dei Comuni e degli agricoltori della zona ofantina. Una situazione critica che ha portato i sindaci di San Ferdinando di Puglia, Margherita di Savoia e Trinitapoli a chiedere lo stato di calamità naturale. A questo si aggiunga che da oggi Acquedotto Pugliese ha previsto ulteriori riduzioni di pressione su tutta la rete.
«In sostanza – dichiara Civita –, si dovrà pensare a creare dissalatori, cioè impianti che producono acqua potabile da destinare ad usi civili, industriali e agricoli, e che generano, peraltro, energia elettrica».
Per il commercialista andriese, inoltre, sempre sfruttando le risorse europee e attraverso condotte, si può collegare il mare alla diga del Locone, enorme invaso che oggi, però, lavora soltanto al 20% del suo potenziale.
«Sono tutte soluzioni – sostiene – che hanno un impatto ambientale quasi pari allo zero anche perché non viene realizzata alcuna trivellazione. Anzi, sono green, generano acqua dall’acqua, recuperano sale ed energia elettrica in maniera pulita e non c’è produzione di rifiuti».
«Altro aspetto da prendere in considerazione – conclude il candidato – sono i sistemi pubblici e di comunità di riutilizzo delle acque reflue. Quelli che abbiamo sono obsoleti e finiscono per trattare male la risorsa idrica tanto da non poter, poi, riutilizzarla».
Comunicato Stampa MAP