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sabato, 31  luglio 2021



07:30:00
Coste pugliesi, Legambiente: "I campioni prelevati risultano entro i limiti di legge"
"Nel 2020 sono 33 i depuratori che presentano criticità per la Direttiva"



29 i punti monitorati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde, dal  12 al 15 luglio, lungo le coste della Puglia, 5 foci di fiumi e 24 punti a mare. Tutti i punti monitorati sono risultati entro i limiti di legge. Resta però alta l’attenzione sulla depurazione delle acque reflue infatti dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione n. 2059/2014 ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), a seguito di verifiche, la Commissione Europea ha confermato la non conformità per 14 agglomerati, oggetto della Causa C668/2019 per un totale di 1.257.260 abitanti equivalenti interessati. A questi si aggiungono altri 8 agglomerati interessati dalla procedura di infrazione n. 2181/2017 che interessano 362.681 AE. Sono 3 gli agglomerati oggetto di condanne della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue (C565/2010): Casamassima, Porto Cesareo e Taviano. In totale gli agglomerati pugliesi sotto procedura d’infrazione sono 25 per un totale di 1.725.347 abitanti equivalenti.

Ne hanno parlato questa mattina, durante la conferenza stampa Ruggero Ronzulli, Presidente di Legambiente Puglia, Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente, Cristiana Biondo, Portavoce di Goletta Verde, Raffaele Piemontese, Assessore al Bilancio, Infrastrutture, Risorse idriche e Tutela delle acque, Vincenzo Campanaro, Direttore scientifico Arpa Puglia, Vito Colucci, Direttore Generale Autorità Idrica Pugliese, CP Alessandro Ducci, capitano di vascello - Direttore Marittima di Bari e Marco Paolilli, responsabile CONOU Coordinamento Area Centro Sud.

Anche quest'anno Goletta Verde si avvale del sostegno dei suoi partner principali: CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner è La Nuova Ecologia.

GLI OBIETTIVI DEL MONITORAGGIO DI GOLETTA VERDE

I monitoraggi lungo le coste che Goletta Verde effettua da anni non vogliono sostituire i dati ufficiali, ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. I dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo. Le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo: andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua che sono il principale veicolo con cui l’inquinamento generato da insufficiente depurazione arriva in mare. 

Le analisi sono state eseguite da laboratori individuati sul territorio pugliese. La presenza di batteri di origine fecale (enterococchi intestinali ed escherichia coli) è un marker specifico di inquinamento dovuto da scarsa o assente depurazione.

TUTTI I DATI NEL DETTAGLIO DEI CAMPIONAMENTI EFFETTUATI 

Tutti i 29 punti campionati sono risultati entro i limiti di legge.

In provincia di Foggia sono 3 i punti monitorati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde: la spiaggia libera La Calenella in località Baia Monte Pucci a Peschici, la spiaggia libera di Torre Mileto a San Nicandro Garganico e la spiaggia di fronte Castello a Manfredonia.

La foce del Torrente Carmosina nella Riserva Naturale di Salina e  la foce del fiume Ofanto a Margherita di Savoia, la spiaggia libera sulla Litoranea di Ponente a Barletta, la Colonna in Località Monastero e la spiaggia Verde a Trani e Ponte lama a Bisceglie sono i punti monitorati in provincia di BAT.

4 i punti monitorati in provincia di Bari: la spiaggia Riserva Torre Calderina a Molfetta, il canale Lamasinata a Bari, la spiaggia Lama Monachile a Polignano a Mare e la spiaggia Cala Porto Rosso.

In provincia di Brindisi sono stati monitorati la spiaggia libera in località Torre Canne a Fasano, la Spiaggia del Pilone a Torre San Leonardo a Ostuni, la Spiaggia presso la foce del Canale Reale in località Torre Guaceto a Carovigno, la spiaggia presso la foce del canale in contrada Posticeddu sul Litorale Apani e la spiaggia della Provincia di Giancola a Brindisi. 

In provincia di Lecce sono stati 6 i punti campionati. La spiaggia libera nella Riserva Naturale Le Cesine  Vernole, la spiaggia Madonna Alto Mare a Otranto, il canale di scarico in località Marina di Leuca a Castrignano del Capo, il mare presso scarico depuratore di Porto Gaio a Gallipoli, il Mare Punta presso Punta dell'Aspide al confine tra Santa Caterina e Santa Maria a Nardò e la spiaggia libera Le Dune a Porto Cesareo.

Nella provincia di Taranto sono stati monitorati la foce del Torrente Borracco in località Torre Borracco a Manduria, la spiaggia della Commenda a Campo Marino di Maruggio, la spiaggia presso la foce del Fiume Ostone a Taranto ,  foce del fiume Lenne e la spiaggia Chiatona a Palagiano.

Quest’anno nelle attività di monitoraggio al gruppo di volontari di Legambiente Puglia si sono uniti anche i ragazzi e ragazze dell’AIAT - Associazione Ingegneri per l’Ambiente e Territorio. 

“Siamo contenti dei risultati ottenuti dalla Puglia, ma non dobbiamo abbassare la guardia - dichiara Ruggero Ronzulli, Presidente Legambiente Puglia - Se è vero che la Puglia ha fatto grandi passi avanti nel settore della depurazione, è altrettanto vero che ci sono ancora 14 agglomerati urbani in Puglia sotto infrazione per una non conformità alle direttive europee. Così come si parla di economia circolare ma ancora tantissima acqua viene scaricata in mare invece di essere riutilizzata in agricoltura, facendo fronte alla siccità che sta mettendo in ginocchio interi comparti economici. Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2020, inoltre, emerge che sono 33 i depuratori che nel 2020 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane”.

 

INFORMAZIONE AI CITTADINI E CITTADINE SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE

Tutti i 24 punti monitorati risultano balneabili con qualità delle acque eccellenti secondo il portale acque (un'applicazione realizzata dal Ministero della Salute che offre informazioni aggiornate sullo stato di balneazione di tutte le coste italiane). La foce del Carmosina a Riserva Naturale di Salina (BAT), quella  dell'Ofanto a Margherita di Savoia (BAT), la spiaggia al Canale Reale a Torre Guaceto (BR) e il mare presso scarico depuratore a Porto Gaio a Gallipoli (LE) non sono campionati  risultando acque abbandonate.

In nessuno dei 29 punti monitorati è presente il cartello di divieto di balneazione e solo in 3 punti sono stati trovati i cartelli di qualità dell'acqua, obbligatori per legge ormai da diversi anni.
 

Anche quest’anno il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno in Puglia il Consorzio ha recuperato 7.758 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente, di cui 3.211 tonnellate solo nella provincia di Bari. L’olio usato - che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l'olio usato è anche un’importante risorsa perché grazie alla filiera del Consorzio, può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98,8% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “Il CONOU in quasi 40 anni di attività, ha raccolto circa 6,5 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato che se fossero state disperse in acqua avrebbero inquinato una superficie pari a due volte il Mar Mediterraneo. Partendo da questa conoscenza e coscienza, il CONOU è da sempre impegnato a raccogliere fino all’ultima goccia di olio usato, perché rispettare l’ambiente significa prima di tutto rispettare noi stessi. Economia Circolare, salvaguardia ambientale, rispetto sociale: questa è la formula vincente che ha permesso al CONOU di essere leader in Europa per la gestione degli oli minerali usati” ha commentato Marco Paolilli, Responsabile CONOU Coordinamento Area Centro Sud.

FOCUS SULLA DEPURAZIONE PUGLIA 2021

Sono 185 gli impianti di depurazione in esercizio a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 181 gestiti da Acquedotto Pugliese e 4 direttamente dai comuni (Biccari, Lesina Marina, Sannicandro Garganico-Torre Mileto e Volturara Appula).
La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la tipologia dei recapiti finali nella nostra Regione. Ciò comporta che solo il 7% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali, il 75% da lame e altri corsi d’acqua effimeri/episodici o dal suolo (attraverso trincee drenanti) e il 16% recapita a mare. Per tali peculiarità territoriali, l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque, adottato con Delibera della Giunta Regionale 1333/2019, prescrive per metà degli impianti che il trattamento sia spinto fino a rendere possibile il riutilizzo delle acque reflue.
Gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo sono 2 (Lesina Marina e Manduria Vecchio), per i quali i procedimenti ambientali per la dismissione dello scarico contra legem sono rispettivamente concluso ed in itinere.

Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2020 (2.222 controlli, su 176 impianti di depurazione a servizio degli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 AE), emerge che sono 33 i depuratori che nel 2020 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi: n.3 sono stati interessati da lavori in corso che hanno reso plausibile un decremento dell’efficienza depurativa (Bari Ovest, Corato e Monte Sant’Angelo B); su n. 9 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento da avviare tra il 2020 ed il 2023 (Bari Est, Cagnano Varano, Collepasso, Gioia del Colle, Monte Sant’Angelo A, Orsara di Puglia, San Severo, Serracapriola e Volturino); su n.2 sono stati programmati interventi di adeguamento/potenziamento post 2023 (Roseto Valfortore e San Marco la Catola); su n.1 è prevista la dismissione (Manduria Vecchio); per i restanti n.18 si procederà al miglioramento della gestione con interventi di manutenzione straordinaria (Altamura, Apricena, Bisceglie, Bitonto, Candela, Carapelle, Carpino, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio dei Sauri, Cerignola, Gravina in Puglia, Lesina, Lucera A, Molfetta, Ordona, Ruvo di Puglia, Sannicandro Garganico e San Paolo di Civitate). 


Invece dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione n. 2059/2014 ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), a seguito di verifiche, la Commissione Europea ha confermato la non conformità per 14 agglomerati, oggetto della Causa C668/2019 per un totale di 1.257.260 AE interessati. Le motivazioni sono ascrivibili al sottodimensionamento, all’ inadeguatezza per vetustà delle opere ovvero alla presenza di superamenti dei limiti allo scarico. Nei primi due casi (sottodimensionamento e/o vetustà) sono in corso interventi strutturali di adeguamento/potenziamento che consentiranno di conseguire la conformità alla direttiva 91/271/CEE secondo la seguente scansione temporale: Bari e Corato nel 2021, San Ferdinando di Puglia nel 2022, Carlantino, Castrignano del Capo, Montemesola e San Severo nel 2023, Volturino e Ascoli Satriano nel 2024, Bovino nel 2026 (1.073.002 AE totali interessati). A questi si aggiungono altri 8 agglomerati interessati dalla procedura di infrazione n. 2181/2017 (Cerignola, Faggiano, Manduria, Manfredonia, Monteiasi, Margherita di Savoia, Palagiano e Serracapriola) che interessano 362.681 AE. In merito ad essi, la Regione Puglia ha indicato al Ministero la conformità di n. 6 agglomerati (Faggiano, Manfredonia, Monteiasi, Margherita di Savoia, Palagiano e Serracapriola), la conformità strutturale raggiunta nel 2020 dell’agglomerato di Cerignola ed in ultimo il raggiungimento della conformità dell’agglomerato di Manduria entro il 2023. Sono 4 le procedure di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), 3 delle quali riguardano anche la Puglia. Con riferimento alla procedura n. 2034/2004, i 3 agglomerati oggetto di condanne della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue (C565/2010) sono Casamassima, Porto Cesareo e Taviano.
Le criticità relative agli agglomerati di Casamassima e Porto Cesareo, per una quota parte del carico generato, sono state risolte nel 2019 anche se l’impianto di depurazione di Porto Cesareo non è ancora entrato in esercizio. La conformità di Casamassima è prevista per il 2023, mentre quella di Porto Cesareo per il 2026. Infine, per l’agglomerato di Taviano sono in corso attività per il completamento della rete fognaria che dovrebbero concludersi entro il 2024, garantendone la conformità

“Anche la Puglia fa parte delle regioni che hanno causato le procedure di infrazione all’Italia da parte dell’Unione Europea - dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente - due delle quali si sono trasformate in multe che stiamo già pagando e che ammontano a 60 milioni di euro all’anno: una cifra che si potrebbe utilizzare molto più utilmente aprendo cantieri e creando nuovi posti di lavoro per il ciclo integrato delle acque. Il corretto trattamento dei reflui fognari è un passaggio fondamentale per assicurare la salute dei cittadini e la protezione dell’ambiente e per non danneggiare l’economia turistica, in Puglia come nel resto del Paese. È arrivato il momento di sanare, una volta per tutte, questa ferita sanguinante sulle coste del nostro Paese, utilizzando anche le risorse economiche previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza”.


Nel settore depurazione, l’attuale programmazione PdI 2020-2023 prevede n.264 interventi infrastrutturali, volti al miglioramento complessivo del comparto depurativo tra adeguamento, potenziamento della capacità di trattamento, abbattimento delle emissioni odorigene e rifunzionalizzazione dei recapiti finali. Dal rapporto di monitoraggio aggiornato al 31.12.2020, si evince che:  N.40 risultano ultimati, 42 in esecuzione e 182 in fase di progettazione.

“Il Focus Depurazione condiviso con Legambiente per la campagna Goletta Verde 2021 scatta una fotografia di un’altra Puglia rispetto solo a pochi anni fa. - ha affermato Raffaele Piemontese - assessore al Bilancio, Infrastrutture e Tutela delle Acque della Regione Puglia - La Regione, in sinergia con l’Autorità Idrica Pugliese e l’Acquedotto Pugliese, sta marciando a tappe serrate verso l’obiettivo di chiusura definitiva del ciclo della depurazione delle acque con l’annullamento delle infrazioni comunitarie, attraverso il finanziamento e la realizzazione di oltre 160 interventi di potenziamento e adeguamento delle reti e dei presidi di depurazione, con investimenti per circa 700 milioni di euro. Abbiamo migliorato la qualità degli scarichi e della salvaguardia dei recapiti finali e dei corpi idrici: un obiettivo che, in attuazione alle misure del Piano di Tutela delle Acque, ha puntato a garantire la sostenibilità ambientale del sistema idrico pugliese e situazioni igienico-sanitarie ottimali per tutti i pugliesi. Il riflesso positivo è evidente sulla principale risorsa legata all’economia blu: il mare per cui la Puglia è, quest’anno, al primo posto in Italia tra le regioni costiere per qualità delle acque di balneazione, risultate “eccellenti” nel 99,8% del numero totale dei punti controllati”.

Sono molteplici i temi e le problematiche che vedono coinvolta Arpa Puglia sul territorio regionale. Particolare attenzione è stata posta, anche quest’anno, all’ambiente marino-costiero, non solo garantendo specifici sistemi di monitoraggio, tra cui quello delle acque di balneazione, ma anche rafforzando gli approfondimenti scientifici sul consumo di suolo costiero. Importante è anche l’attenzione sui depuratori di reflui urbani, complessivamente 184 in Puglia, con circa 2500 controlli eseguiti nel 2020, con grande sforzo da parte dei Dipartimenti Provinciali e delle strutture laboratoristiche dell’Agenzia.

“Si conferma l’impegno e la linea voluta fortemente dalla Direzione strategica di Arpa Puglia sui temi del mare e sulla qualità delle acque in generale in Puglia - sottolinea Vincenzo Campanaro, direttore scientifico di Arpa Puglia - Questa visione plasticamente concentrata nella sede del Centro Regionale Mare di Bari, si concretizza non solo per l’impegno e la qualità tecnico scientifica delle attività, ma anche per la strategia istituzionale che vede coinvolto in maniera sinergica ed operativa la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza, l’Università, i Centri di Ricerca e le associazioni ambientaliste, tutti impegnati nella difesa e nella tutela di un capitale naturale fondamentale per la Puglia: il mare”.

LA PRODUZIONE E GESTIONE DEI FANGHI 

L’incremento della copertura del servizio di fognatura e depurazione e il contestuale miglioramento dell’efficienza dei depuratori ha comportato la necessità di un miglioramento della gestione dei fanghi prodotti negli impianti di trattamento dei reflui urbani, compatibile con le strategie regionali in tema di gestione dei rifiuti. Nel 2020, i quantitativi di fango di depurazione prodotti sono stati così conferiti: per il’91% in impianti di compostaggio fuori Regione, a fronte del 81% dei fanghi recuperati nel 2019 e per il 9% in discarica. Non sono stati conferiti fanghi direttamente in agricoltura.

IL RIUTILIZZO IN AGRICOLTURA

Negli ultimi anni la Regione Puglia ha messo in campo numerose iniziative finalizzate a incentivare il riuso delle acque reflue in agricoltura, finanziando n. 12 interventi con le risorse del POR Puglia 2014 - 2020 az. 6.4.3 (comuni di Carovigno, San Pancrazio Salentino, Acquaviva delle Fonti, Cassano delle Murge, Fasano, Sammichele di Bari, Gioia del Colle, Barletta, Castellaneta, Castellana Grotte, Santa Cesarea Terme, Tricase, Castro, Castrignano del Capo e Trani) e n. 19 interventi con le risorse FSC 2014 - 2020 (comuni di Pulsano, Faggiano, Conversano, Corato, Tricase, Zapponeta, Corsano, Ugento, San Donaci, Gravina in Puglia, Martina Franca, Molfetta, Ruvo e Terlizzi, Palagiano, Massafra, Sternatia e Zollino, Manfredonia, Margherita di Savoia e Taurisano). Nel 2020 però sono solo quattro gli impianti di affinamento che hanno conferito acqua per usi irrigui in agricoltura Ostuni, Gallipoli e Corsano , a cui si aggiunge l’impianto di Fasano che non è gestito da Acquedotto Pugliese.



Redazione



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