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mercoledė, 24  marzo 2021



11:02:00
Nuova alba per la signora Rosa: “Salva dal Covid grazie ai medici di Barletta”
"Rispettate le regole per rispettare il dolore di chi ora non è più con noi"



La storia della signora Rosa ha un lieto fine, nonostante quel tampone positivo, nonostante la tracheotomia per permetterle di respirare. Il suo calvario ha inizio il 3 gennaio, a pochi giorni dal nuovo anno, quando la debolezza prende il sopravvento. Non ha nessuna patologia, ha 63 anni, non pensa al peggio ma decide di recarsi presso l’ospedale “Dimiccoli” di Barletta. Dopo aver eseguito il tampone, la cattiva notizia. La signora Rosa è positiva al Covid-19.

“Vi posso assicurare che nonostante i dispositivi sempre usati e tutte le attenzioni se il virus vuole colpirti riesce in mille modi – a spiegarlo è Rosa Salvemini che ha deciso di parlare della sua esperienza non solo per dimostrare quanto il Coronavirus possa essere distruttivo ma soprattutto per ringraziare gli operatori sanitari che le hanno salvato la vita.

Dal 4 al 10 gennaio, Rosa ha sempre avuto bisogno di ossigeno. Ricoverata nel reparto di oculistica a Barletta ha ricevuto tutte le cure necessarie ma non è bastato perché il virus continuava a non farla respirare, così a seguito di una consulenza rianimatoria, i medici hanno ritenuto necessario intubarla affinché la situazione non peggiorasse ulteriormente. “I medici sulla base della loro esperienza precedente con gli altri pazienti Covid ritenevano la situazione molto critica tanto da preparare tutta la mia famiglia al peggio – prosegue così il racconto di Rosa Salvemini. Grazie alla caparbietà e professionalità dei medici e dell'equipe della rianimazione, dopo vari tentativi hanno deciso di procedere a eseguire una tracheotomia percutanea per cercare di far ripartire i polmoni.

Non si vedeva ancora la luce in fondo al tunnel fino a quando il 21 gennaio hanno deciso di SVEGLIARMI ed è stato un miracolo vedere gli occhi dei medici e infermieri che erano emozionati e felici nel vedermi sveglia”. Inizia piano la risalita ma le aspettative sono davvero molto poche in quanto i parametri erano ancora molto negativi. Sono stati giorni lunghi, interminabili. Rosa è mamma e nonna. Sono stati giorni drammatici per tutti. “I medici non si sono arresi – continua -, mi davano la speranza e il coraggio che in quei giorni manca tanto. Sempre pronti nei momenti di sconforto ad aiutarmi con una carezza o una parola dolce!”

Molto lentamente inizia la ripresa, finalmente il primo tampone è negativo. Arriva la comunicazione che possono trasferirla in una struttura no Covid. Rosa viene condotta al "Karol Wojtyla" di Minervino Murge. “Trovo qui una seconda famiglia che in 27 giorni mi infonde di nuovo la forza e la voglia di vivere: ecco la luce fuori dal tunnel. Ringrazio di cuore tutta l'equipe della rianimazione dell'ospedale “Dimiccoli” di Barletta. Porterò ognuno di loro sempre nel mio cuore ringraziandoli per tutto l'amore, la professionalità e la pazienza che mettono nel curare chi ha bisogno! E poi ringrazio tutte le persone che sono state accanto alla mia famiglia e che attraverso un messaggio o una chiamata non hanno mai smesso di pregare per me!”

Prima di terminare il racconto, Rosa rivolge un messaggio a tutti i lettori, in modo che questo grido possa moltiplicarsi e non sommarsi. Lo rivolge a chi, a distanza di un anno dal primo caso italiano, pensa che sia un semplice raffreddore: “Abbiate rispetto delle regole e usate sempre i giusti dispositivi e distanziamenti, solo così possiamo salvarci e rispettare il dolore di chi ora non è più con noi a raccontare la sua brutta esperienza”.

Rosa è tornata a casa il 28 febbraio, proprio il giorno del suo compleanno.

Foto: Michele Porcelluzzi
 


Antonella Filannino










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