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sabato, 22  dicembre 2018



13:29:00
All'IPSIA Archimede la visita di Pietro Sarubbi e di Padre Saverio Paolillo
L'attore/regista ed il padre comboniano hanno incontrato gli studenti



Un incontro atteso, preparato, voluto quello di alcuni giorni fa, tenutosi a Barletta presso l’Istituto scolastico  “Archimede”, con Pietro Sarubbi, attore e regista, e Padre Saverio Paolillo, sacerdote comboniano da oltre trent’anni in Brasile. A renderlo possibile il comune impegno a ritrovarsi assieme il 17 dicembre, presso il cinema Paolillo, per una serata di raccolta di fondi per il “Progetto Legal” promosso dal missionario nativo di Barletta. E il giorno successivo tutti e due all’Archimede per incontrare cento alunni  delle quarte e quinte classi, accompagnati dai docenti di italiano. Tema dell’incontro: “Come divenire protagonisti della propria vita”. Ai due, dapprima, la stessa domanda: “Chi siete? Presentatevi!”.

“La mia vita – ha esordito l’attore – è stata per un buon tratto tortuosa e con tante contraddizioni. Sono stato un ragazzo difficile, che scopre il teatro e lo spettacolo come motivo di ribellione anche nei confronti dei miei genitori. La svolta della mia vita è avvenuta quando Mel Gibson mi ha chiamato a ricoprire il ruolo di Barabba nel film ‘The passion’. Durante le prove  il mio sguardo si è incrociato con quello di Gesù: negli occhi dell’attore Caviziel-Gesù  ho visto gli occhi di un Altro che cercava i miei, un intenso sguardo d’amore che ha colmato quel desiderio incompiuto di felicità che mi portavo dentro da anni. E in me è cominciato un cammino di ripensamento e di conversone”.

Padre Saverio Paolillo ha ricordato  che “chiesi ai miei superiori di andare a studiare in Brasile e nel 1986 partii per quel continente. Fui subito colpito dalla condizione di numerosissimi bambini e ragazzi in totale stato di abbandono nei quartieri, nelle strade, nelle favelas. In questo scenario compresi quale dovesse essere la mia missione, di essere prete di strada, di far scendere dalla croce le vittime di un sistema ingiusto e opprimente”.

Maria Pia, la prima studentessa intervenuta, della 5DA, ha chiesto a Sarubbi di approfondire la figura di Barabba, “chi rappresenta questo personaggio da lei bene impersonato?”. “Barabba – ha detto l’attore -  è ciascuno di noi. Ciascuno di noi ha la possibilità di incrociare tanti sguardi e di comprendere l’umanità che si trova al di essi. Qui è in gioco la libertà di ciascuno di noi. Come ci poniamo dinanzi agli altri, distratti, o, invece, per cercare di afferrare l’altro nella sua interezza? Oggi c’ è una carenza di quegli sguardi che portano all’incontro e alla comprensione della bellezza che è nell’altro”.

Antonio, della 4MTA, preferisce chiedere se il cambiamento nella vita dei due abbia comportato la perdita di qualcosa. “Certo  - ha spiegato Padre Saverio –lasciando casa, ho lasciato gli affetti, gli amici. Ma una volta compresa la mia vocazione e il senso della mia vita, nonostante le difficoltà e la fatica, sono andato sempre avanti consapevole che è donando la propria vita che la si ritrova e si è felici!”. Per Pietro Sarubbi “il cambiamento è avvenuto interpretando Barabba. Nel giro di pochi mesi ho perso alcuni amici, ne ho trovati tanti altri. Ed ho capito la portata del ‘centuplo evangelico’: quando hai intercettato il senso vero della tua esistenza e ti sei dato un progetto e finalizzi tutto verso la realizzazione di esso, magari all’inizio sembra di perdere, di annullarti, ma poi ti ritrovi con tanto altro impensabile prima!”.

Andrea, anch’egli della 4MTA, rivolgendosi all’interprete di Barabba, chiede la narrazione della più bella esperienza fatta nella sua carriera. “Tante sono le esperienze  belle vissute – ha detto l’attore - . Ma non potrò mai dimenticare quella della preparazione di ‘The passion’ soprattutto se penso all’attore che ha impersonato Gesù: dovete sapere che Mel Gibson e Jim Caviezel hanno trascorso molto tempo a Medjugorie in un contesto di digiuno, preghiera, isolamento , vivendo una sorta di esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola perché il  Gesù di Caviezel potesse  assumere il più possibile quella conformazione spirituale e interiore più vicina al Gesù dei vangeli. Questo modo di fare cinema, di calarsi anche interiormente nel personaggio, mi ha scosso, meravigliato, edificato. E questo modo di fare ha una valenza per tutti: torna qui lo sguardo di cui si è parlato, cioè quello sforzo di intercettare l’altro il più possibile nella sua profondità”.

“E perché scegliere Gesù come amico?” ha chiesto Michele della 4MTA a Padre Saverio. “Facendo il prete di strada – ha spiegato il sacerdote -  ho conosciuto e incontrato Gesù di Nazareth. Egli non è il Dio giudice, severo, cattivo, ma è Colui che usa il dito della misericordia,  della speranza, della gioia, Colui che va incontro agli ultimi, ai poveri, agli ammalati. Se questo è il progetto di Gesù, questo è allora il migliore che io abbia incontrato!”.

Tommaso, 4MTB, a Sarubbi chiede: “Dalla sua biografia si evince che lei ha fatto diversi lavori: attore, regista, docente di cinematografia. Qual è stata l’esperienza più interessante e significativa?”. “Direi che è quella dell’insegnante – ha spiegato l’attore -, in quanto egli  si pone al servizio dell’uomo in maniera concreta. L’insegnante si pone al servizio di un progetto di vita, quello dei ragazzi , della costruzione del futuro di essi. Faccio i miei complimenti agli insegnanti che sono qui presenti”.

Federico, della 4MTC, torna al personaggio Barabba e chiede all’attore: “Quanto di Barabba c’è in lei?”“Bella domanda!  - ha replicato Sarubbi - . Devi sapere che io non volevo fare questo personaggio. Ma Mel Gibson mi ha detto: ‘Io voglio te per il mio Barabba, voglio la tua rabbia per il mio Barabba’. Ma come faceva questo a sapere che io avessi rabbia, dissi dentro di me! Gibson aveva centrato! Barabba impersona le tante persone di tutti i tempi che cercano il riscatto, di sollevarsi, ma non riescono; sono i sopraffatti dalla prepotenza dei grandi!”.

L’ultima domanda dell’incontro rivolta a Sarubbi è di Ilario, della 5MTA: “La passione di Cristo girata a Matera, che è stata rivalutata dalla definizione di città vergogna d’Italia a capitale  della cultura per il 2019, possiamo considerarla come esempio di riscatto degli ultimi?”. “Si – precisa l’attore – spero di si! Sono stato a Matera qualche giorno fa! Attualmente nella città non vi è un teatro, una stazione, un cinema, un aeroporto. Ma mi attendo da voi giovani, nostro futuro, un contributo fattivo in tal senso!”.



Francesco Zagaria



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