Nel cuore di Piazza Duomo, gremita per l’ingresso solenne del nuovo arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta, a commuovere è stato soprattutto il saluto del vescovo emerito, Mons. Michele Seccia. Parole intense, semplici e vere, che hanno tracciato un bilancio affettuoso del suo servizio e acceso lo sguardo verso il futuro della Chiesa leccese. “È tempo per me di farmi da parte”, ha detto Seccia, con voce pacata ma ferma, “per dedicarmi al dialogo con il Signore, in attesa dell’abbraccio eterno con Lui”. Non senza emozione, ha ricordato i momenti vissuti accanto alla comunità di Lecce, lodandone la fede viva, la carità concreta, l’accoglienza sincera. Ha parlato con ammirazione del clero locale, sottolineando la dedizione silenziosa e generosa dei sacerdoti, e ha chiesto a Mons. Panzetta una sola raccomandazione: “Abbi cura della loro salute spirituale, ascoltali, sostienili. Il resto verrà da sé.” Infine, un dono simbolico e carico di memoria: un pastorale ricevuto in Brasile, durante una missione tra i più poveri. “Te lo consegno – ha detto Seccia – perché ti accompagni come segno di una Chiesa che serve, ama e cammina.” Un saluto che è stato anche un passaggio di testimone, tra gratitudine e speranza, sotto lo sguardo materno di Maria, Madre della Chiesa. L’Arcivescovo farà ritorno a Barletta, sua terra natìa che lo ha visto muovere i primi passi fino a diventare Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie con Mons. Carmelo Cassati.