Attualita
lunedì, 26 maggio 2025
10:28:00
Andrea D'Addurno vince la 4ª edizione del Premio Estemporanea “Giuseppe De Nittis”
Ai giardini del Castello Svevo di Barletta oltre 200 artisti, tra colori, modelli d'epoca e creatività en plein air, per celebrare l'arte nel nome del Maestro impressionista
È Andrea D’addurno, 23 anni, di Marconia di Pisticci in provincia di Matera, studente dell’accademia di belle arti di Bari, il vincitore della 4^ edizione della estemporanea -premio Giuseppe De Nittis, istituito dall’associazione Divine del Sud, unico riconoscimento dedicato al Maestro barlettano in città, diventato marchio registrato. A decretarlo una giuria di artisti pugliesi: Agata Oliva; Giusy Caroppo; Vito Gurrado; Ricarda Guantario; Caterina Cannati Kataos; Irene Pietrafesa; Dario Agrimi e Giacomo Borgiac. A presiederla il vincitore della prima edizione del Premio, Francesco Gentile.
Il secondo posto se lo è aggiudicato Francesca Mele di Casamassima, il terzo Danilo Renzulli di Roma, in una giornata in cui l’arte è stata celebrata in tutte le sue forme più nobili.
Evidenti gli atti di bellismo sparsi qua e là, gli schizzi di tempere e acquerelli, le vistose spennellate rigorosamente en plein air, proprio come piaceva a De Nittis. I circa 200 artisti giunti anche da fuori regione con i tanti ragazzi delle scuole hanno regalato un colpo d’occhio notevole ai giardini del Castello, trasformati per un giorno in una rue des peintres. In loro compagnia anche le Léontine, modelle speciali dell’associazione in abiti fedelmente riprodotti dalla socia costumista Charmelle Calabrese, che hanno sfilato e posato tra le opere in gara, regalando sorrisi e gentilezza. L’arte ha così preso vita su tele, corpi e telai in legno, pure con l’arte della pasta fresca. L’estemporanea ha visto artisti di tutte le età sfidarsi a colpi di pennelli, lasciando la loro creatività libera di esprimersi tra giochi di luci e ombre regalate dagli alberi frondosi. Infine la Temporary Art, che ha donato opere di grande eleganza agli intervenuti, custoditi nel Castello Svevo, scrigno di rara bellezza.
Redazione