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lunedė, 22  aprile 2024



14:32:00
In quali settori stanno aprendo le nuove partite IVA
Sono delle professioni innovative legate agli ultimi sviluppi del mercato



Il numero delle partite IVA continua a crescere, ma è un percorso che non riguarda una tendenza generale, visto che è applicato soltanto a determinati settori. Se da un lato diminuiscono le attività tradizionali, come commercianti, artigiani e agricoltori, si affermano nuove professioni che decidono di regolamentarsi proprio attraverso l'apertura di una partita IVA. Sono delle professioni innovative legate agli ultimi sviluppi del mercato. In questo senso si possono considerare i consulenti, i social media manager e i web designer. I motivi della crescita delle partite IVA in questi settori sono molti, a partire da quella che sembra essere una ripresa economica in molti settori e per finire ad un regime semplificato che invoglia all'apertura della partita IVA.

I numeri delle partite IVA

Ovviamente a fronte di un numero sostanziale di partite IVA che chiudono ci sono anche tante nuove realtà imprenditoriali che entrano in gioco. Tra queste, molte mostrano interesse per i vantaggi della partita IVA agevolata (di cui un esperto di regime forfettario può esporre in maniera approfondita le particolarità e le condizioni di accesso) dato che tale regime fiscale consente di godere di alcune semplificazioni di natura tassativa e organizzativa molto utili per la fase iniziale di qualsiasi attività autonoma.
Proprio in virtù di queste "agevolazioni", si possono riscontrare dei numeri in crescita. Dopo la pandemia di Covid 19, che ha messo in crisi molte attività, non lasciando altra possibilità se non la chiusura, le partite IVA adesso tornano ad aumentare e attualmente se ne contano più di 5 milioni.
In particolare, rifacendosi ai mesi recenti, si parla di un totale di 5.045.000 partite IVA. Ma naturalmente siamo ancora lontani dal periodo in cui si registravano numeri superiori, come, per esempio, nel 2004, quando i professionisti con partita IVA ammontavano a 6,2 milioni.

Quali professioni sono in crescita

Come si è detto precedentemente, la tendenza della crescita delle partite IVA non è uniforme. Infatti si assiste alla diminuzione di lavoratori autonomi classici, come i piccoli commercianti, gli agricoltori e gli artigiani. Sono invece in crescita le partite IVA di professionisti che non hanno la necessità di iscriversi ad un albo o ad un ordine professionale.
Ci sono molte categorie che stanno beneficiando di questa espansione e possono essere individuate nei social media manager, nei pubblicitari, nei consulenti, nei formatori, nei web designer, negli esperti di informatica, nei sociologi, nei consulenti aziendali.

L'aumento dello smart working

Come mettono in evidenza anche gli esperti, sicuramente un cambiamento si è avuto per l'affermarsi dello smart working. Allo stesso tempo introdurre un regime forfettario per le attività con ricavi inferiori a 85.000 euro ha reso meno pesante la gestione di chi dal punto di vista fiscale vuole aprire un'attività in proprio.
Però bisogna stare attenti, secondo ciò che sottolineano gli esperti, perché proprio in questo periodo ci sono molti rischi che si possono correre, fra i quali il fenomeno rappresentato dall'aumento delle false partite IVA. L'affermarsi dello smart working, che si è allargato in questi ultimi anni anche nel periodo post-pandemico, può portare all'apertura di finte partite IVA che, secondo dati recenti, sarebbero circa 500.000.

La distribuzione delle partite IVA

L'apertura delle partite IVA, comunque, non è uniforme nemmeno in tutto il Paese. Sicuramente ne beneficiano alcune regioni del centro, come il Molise, le Marche, l'Umbria, l'Abruzzo, e gli aumenti più importanti sono stati registrati in altre regioni, come soprattutto la Liguria, l'Emilia Romagna e la Calabria.
In altre regioni, come, per esempio, il Trentino Alto Adige, si sono avute diminuzioni molto significative. Questo accade perché (è bene ribadirlo) calano le attività tradizionali, un dato che si può ricavare se si fa il confronto tra il 2014 e il 2022, come arco di tempo più ampio che è possibile monitorare.
 


Redazione










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